Svāmī Prakāśānandendra Sarasvatī Mahārāja

Adhyāsa Bhāṣya Sugama

A unanime opinione dei più celebri maestri di Advaita Vedānta, a partire da Sūreśvarācārya fino a quelli contemporanei, l’introduzione (upodghāta) che Śaṃkara Bhagavatpāda compose al suo Vedānta Sūtra Bhāṣya rappresenta la pregnante sintesi degli insegnamenti più elevati del suo insegnamento. Nelle edizioni sanscrite a stampa, questo preambolo non supera le tre pagine, ma per la sua importanza dottrinale e metodica, è noto a tutti gli advaitin con il titolo di Adhyāsa Bhāṣya, che lo fa primeggiare tra le opere certe dell’Ācārya. L’argomento riguarda, com’è ricordato dal titolo, la sovrapposizione reciproca di Ātman e ciò che non lo è (Ātmānātma anyonya adhyāsa), ovvero tra la Realtà e il non reale. Nel suo upodghāta, Bhagavatpāda identifica chiaramente la sovrapposizione (adhyāsa) con l’ignoranza (avidyā o ajñānam). Tuttavia, già alcuni advaitin delle generazioni immediatamente successive al fondatore, fraintesero questo insegnamento, con le conseguenze di complicare artatamente la dottrina advitīya, rendendola un giuoco sofistico e capzioso; ma, cosa ancor più grave, così facendo minarono l’efficacia del metodo che, come è noto, per l’Adhyātma Yoga consiste proprio nella discriminazione tra Assoluto reale e relativo apparente (Ātmānātma viveka). Śrī Śrī Svāmī Satchidānandendra Sarasvatī, appartenente alla paramparā più fedele a Śaṃkara, ha dedicato un libro di 144 pagine a commento dell’Adhyāsa Bhāṣya1, al fine di raddrizzare le storture che si erano prodotte travisando il testo dell’Ācārya. Si tratta di un approfondimento dottrinale di altissima rilevanza sull’ignoranza e sul modo con cui rimuoverla tramite il metodo vedāntico (Advaita prakriyā), sulla base delle opere di Gauḍapāda, Śaṃkara e Sūreśvara. Al giorno d’oggi, Svāmī Prakāśānandendra Sarasvatī Mahārāja, suo successore presso lo Śaṃkara Satchidānandendra Pīṭham, ha dedicato più di duecentocinquanta insegnamenti orali (upadeśa) a commento del Sugama. In queste incalzanti lezioni magistrali, Svāmījī ha apportato ulteriori approfondimenti sull’adhyāsa, aggiungendo numerose considerazioni circa l’aspetto metodico ed esponendo in forma chiara e definitiva gli errori d’interpretazione, assieme alle dovute correzioni. VVM ha il privilegio di cominciare a pubblicare alcuni estratti inediti di dette upadeśa in lingua italiana2.

Carlo Rocchi

🇬🇧 1. Extracts from the Commentary on the Adhyāsa Bhāṣya Sugama

What is Adhyasa? Adhyasa lakshana bhashyam. We discussed that. Now, at the end Swamiji takes up a Purvapakshi. This Purvapakshi is among the Advaitins only: somebody who explains Adhyasa differently.

🇮🇹 1. Estratti dal Commento all’Adhyāsa Bhāṣya Sugama

Che cos’è l’adhyāsa? Per rispondere Śrī Satchidānandendra Svāmījī inizia con una obiezione sollevata da un Pūrvapakṣin.

🇬🇧 2. Extracts from the Commentary on the Adhyāsa Bhāṣya Sugama

What is Adhyasa? Adhyasa lakshana bhashyam. We discussed that. Now, at the end Swamiji takes up a Purvapakshi. This Purvapakshi is among the Advaitins only: somebody who explains Adhyasa differently.

🇮🇹 2. Estratti dal Commento all’Adhyāsa Bhāṣya Sugama

Che cos’è l’adhyāsa? Per rispondere Śrī Satchidānandendra Svāmījī inizia con una obiezione sollevata da un Pūrvapakṣin.

🇮🇹 3. Estratti dal Commento all’Adhyāsa Bhāṣya Sugama

Quindi mithyā significa solo fraintendere il Fatto; il Fatto è Brahman, cioè che tu sei pura Coscienza, libera da tutti i problemi e indipendente per sua stessa natura. In quanto indipendente, non è soggetto a tempo e luogo, non ha parti, e quindi è indipendente da nascita e morte, dolore e piacere, ecc. Allora la natura stessa della Coscienza è libera. E come si fa a dire che tu sei la Coscienza per natura? Nel sonno profondo puoi vederlo.

🇬🇧 3. Extracts from the Commentary on the Adhyāsa Bhāṣya Sugama

So mithyā means just misunderstanding the Fact; Fact is Brahman, i.e. that you are pure Consciousness, free from all problems and independent by its very nature. As independent he is not subject to time and place, he has no parts, and so he is independent to birth and death, pain and pleasure, etc. Then the very nature of Consciousness itself is free. And how do you say that you are Consciousness by nature?

🇬🇧 3. Extracts from the Commentary on the Adhyāsa Bhāṣya Sugama (Part II)

So mithyā means just misunderstanding the Fact; Fact is Brahman, i.e. that you are pure Consciousness, free from all problems and independent by its very nature. As independent he is not subject to time and place, he has no parts, and so he is independent to birth and death, pain and pleasure, etc. Then the very nature of Consciousness itself is free. And how do you say that you are Consciousness by nature?

🇮🇹 3. Estratti dal Commento all’Adhyāsa Bhāṣya Sugama (II Parte)

Quindi mithyā significa solo fraintendere il Fatto; il Fatto è Brahman, cioè che tu sei pura Coscienza, libera da tutti i problemi e indipendente per sua stessa natura. In quanto indipendente, non è soggetto a tempo e luogo, non ha parti, e quindi è indipendente da nascita e morte, dolore e piacere, ecc. Allora la natura stessa della Coscienza è libera. E come si fa a dire che tu sei la Coscienza per natura? Nel sonno profondo puoi vederlo.

  1. Śrī Svāmī Satchidānandendra Sarasvatī, Sugamā (Adhyāsabhāṣyavyākhyā), Holenarasipura, Adhyātma Prakāśa Kāryālaya, 1955.
  2. Ekatos Ed. in collaborazione con VVM sta raccogliendo, ordinando e traducendo tutti quegli insegnamenti, al fine di predisporre le edizioni inglese e italiana del Magnum Opus di Śrī Śrī Prakāśānandendra Svāmījī [N.d.C].