Svāmī Prakāśānandendra Sarasvatī Mahārāja
Upadeśa sulla Bhagavad Gītā
Svāmī Prakāśānandendra Sarasvatī Mahārāja suole insegnare l’Advaita Vedānta ai suoi discepoli appoggiandosi ai testi della tradizione, vale a dire alla śruti, ai commenti e opere di Bhagavatpāda e a quelli di ācārya precedenti che appartengono alla medesima paramparā ericonosciuti dai pīṭha e maṭha śaṃkariani. In questo caso, ogni śloka della Bhagavad Gītā è preso a spunto per profonde riflessioni in modo da stimolare l’intuizione nel cuore di chi ode. La semplice lettura di questi upadeśa può anche portare chi soltanto li legge a considerare le cose sotto una luce diversa.
Commento a Bhagavad Gītā II.23-25
Pubblichiamo un insegnamento del maestro di Vedānta Śrī Śrī Prakāśānandendra Sarasvatī Svāmījī, continuatore dell'insegnamento di Śrī Śrī Svāmī Satcidānandendra Sarasvatī Mahārājajī, espressamente dedicato alla pubblicazione su questo Sito: Brahman, ossia la Realtà assoluta priva di qualsiasi attributo che possa determinarla, non può essere espresso come se fosse un oggetto né con parole né con…
Commento a Bhagavad Gītā II.57-61
La prima caratteristica del jñāni, descritta in questi śloka, è che egli è libero da tutto ciò che è vyavahāra. In sanscrito le funzioni della mente, della parola e del corpo, prese tutte assieme, sono chiamate vyavahāra. Tutti i pensieri e tutte le azioni messi assieme compongono il vyavahāra. Bisogna però distinguere il laukika vyavahāra,…
Commento a Bhagavad Gītā V. 7-9
Il seguente è un mirabile upadeśa del maestro di Advaita Pūjya Svāmī Prakāśānandendra Sarasvatī Mahārāja che illustra con chiarezza cristallina il metodo vedāntico dei tre stati (avasthātraya prakriyā), distinguendo tra il concetto di avasthā (o sthāna) e quello di pāda.
1. Commento a Bhagavad Gītā V. 15-16
“Non assume l’errore di alcuno e neanche il buono operato [di altri] Quegli che tutto pervade. La conoscenza è avviluppata dall’ignoranza: per questo i mortali sono smarriti. Invece, per coloro, la cui ignoranza è distrutta dalla conoscenza dell’Ātman, per costoro, simile al sole la conoscenza rivela Quello, il Supremo”.
2. Commento a Bhagavad Gītā V. 15-16
“Non assume l’errore di alcuno e neanche il buono operato [di altri] Quegli che tutto pervade. La conoscenza è avviluppata dall’ignoranza: per questo i mortali sono smarriti. Invece, per coloro, la cui ignoranza è distrutta dalla conoscenza dell’Ātman, per costoro, simile al sole la conoscenza rivela Quello, il Supremo”.