Svāmī Prakāśānandendra Sarasvatī Mahārāja
10. LA LUCE DELLA REALTÀ
C. La Pura Esistenza
61. Solo nel sonno profondo ogni cosa è Pura Esistenza
Se si capisce l’esperienza del sonno profondo, questa idea sarà più chiara. Nel sonno profondo non c’è alcun mondo, non c’è alcuna apparenza divisa in io e ‘il resto’ come accade nella veglia e nel sogno; né c’è l’idea di uno strumento, quali la mente e i sensi, per conoscere ‘il resto’, come negli altri due stati. Non esiste neanche ciò che possa apparire reale o illusorio. Perciò è uno stato: lo stato del Sākṣin ed esclusivamente del Sākṣin, senza alcuna divisione di conoscenza, esistenza, io, tu, essi e il mondo. Avendo stabilito così, cioè che non c’è nulla nel sonno profondo, nessuno può dire che non c’è il Sākṣin perché è solo grazie al Sākṣin che si è consci del sonno profondo e che ora, cioè nella presente veglia, si può dire che nel sonno profondo non c’era alcuna divisione.
Obiezione: ma non è forse vero che nel sonno profondo ‘io non ero lì’?
Risposta: no. In primo luogo, se io stesso non fossi stato lì sarei incapace di averlo sperimentato e di definirlo come stato. In secondo luogo, se fosse vera la nostra non-esistenza nel sonno, proprio come siamo spaventati dalla morte, lo saremmo ancora di più dal nostro sonno. Solo un pazzo potrebbe dire che non era lì nel sonno; la persona ragionevole capisce che questa affermazione implica proprio che egli esisteva in quello stato, ma che in quella circostanza era libero dal senso dell’io.
Domanda: allora qual è la natura del sonno?
Risposta:
1) Noi lì esistiamo, ma non in forma di io.
2) Lì non si possono conoscere le cose distinguendo ‘questo è come questo’, né gli oggetti di tale conoscenza. (BSŚBh I.3.19) (BSŚBh III.2.7) (BUŚBh IV.3.23)
3) La natura essenziale del nostro Ātman esiste anche lì come Sākṣin.
4) È solo grazie al Sākṣin che ora possiamo dire ‘Io non conoscevo nulla’ e ‘Non c’era nulla’.
E, invero, non è neppure il Sākṣin.
Dimorando profondamente in esso, il nostro Ātman lì non è neppure il Sākṣin, perché Ātman può essere chiamato Testimone solo in riferimento a qualche cosa percepita; ma in sonno profondo non c’è null’altro se non l’Ātman. Perciò il nostro Ātman rimane nella sua pura natura, dove conoscenza ed esistenza sono una sola cosa senza divisione di oggetti esterni e conoscenza interna o, in altre parole, apparenza oggettiva e conoscenza soggettiva.
Il sonno profondo non è uno stato. Quello che vediamo ora come io [conoscitore], la mia conoscenza e il mondo esterno come mio oggetto di conoscenza, tutti questi s’immergono in Ātman. L’Ātman, anche nel nostro stato presente, continua a esistere. Perciò quello che chiamiamo sonno profondo dal punto di vista della nostra veglia, non è affatto uno stato. (Cfr. § 29) Il modo in cui la realtà appare è chiamato stato, ma nel sonno profondo non si vede nulla, quindi non è affatto uno stato.
Domanda: allora perché abbiamo l’idea che è uno stato?
Risposta: perché, quando guardiamo il sonno profondo dalla veglia, non trovando lì alcun evento o cosa da vedere come accade nella veglia, per errore pensiamo che anche quello sia uno stato. Tuttavia, lì non c’è né una conoscenza particolare, né il suo oggetto corrispondente. Allora, cosa si conosce e con che strumento? (ken kaṅ vijānīyāt. BU II.4.14). Lì il nostro Ātman è tutta l’esistenza, e tutta la conoscenza, come l’esistenza e la conoscenza, sono uno. Perciò possiamo dire che Ātman esiste come sanmātrā o Pura Esistenza. Quelli che guardano dal punto di vista della veglia, non possono capire questo mistero. Anche se ogni giorno nel sonno profondo,
[…] s’immergono nella Pura Esistenza, essi non ne sono consapevoli (ChU VI.9.2).
Questa Pura Esistenza è la propria natura essenziale (sattā somyā. ChUŚBh VI.7.1). Immergendosi in essa, egli è chiamato svapiti, cioè svam, in se stesso, e apīt,s’immerge. Così dice l’Upaniṣad. Da questo punto di vista, la nostra esistenza, l’esistenza dell’intero mondo che vediamo e le varie esistenze che appaiono come cose particolari nel mondo, tutte queste nel sonno profondo diventano solo Ātman, cioè della natura di Pura Esistenza. Ciò dimostra i tre livelli d’esistenza, che sembrano sorgere da Ātman. E dimostra anche la Pura Esistenza.
62. Assenza del mondo nel sonno profondo
Obiezione: è vero che finché dura il sogno, in esso appaiono un mondo, oggetti empirici e un’esistenza apparente. Tutte queste apparenze sono false, dato che il sogno è illusorio. Quindi non possiamo paragonare il falso mondo del sogno a questo mondo della veglia con i suoi oggetti, in cui anche noi siamo presenti. Le apparenze del sogno, che ci sono solo finché il sogno dura, non esistono né in sonno profondo né in veglia. Come possiamo accettare che il mondo della veglia cessi d’esistere nel sonno profondo? Solo perché siamo in sonno, perché dovremmo considerare il mondo come non esistente? Dato che ognuno sperimenta il mondo in modo differente, è giusto dire che l’esperienza di ciascuno cessa quando va a dormire. Ma come si può dire che allora il mondo non esiste? La moltitudine di persone dovrebbe continuare con il mondo. Inoltre, non è ridicolo affermare che un così vasto universo esterno, con i suoi innumerevoli oggetti, animali e persone, si dissolve nel nostro sonno personale? Non sperimentiamo mai che queste cose s’immergano nel nostro sonno e che riemergano al nostro risveglio. Nessuno ha mai detto: «Mi sono immerso nel tuo sonno, la scorsa notte, e non appena ti sei svegliato, ne sono uscito». Stando così le cose, come possiamo sostenere contro ogni esperienza e ogni logica che non c’è affatto mondo nel sonno profondo e che solo l’Ātman rimane nella sua natura di Pura Esistenza?
Risposta: questi dubbi sorgono in chi ha dimenticato l’avvertimento dato nel § 33. Che il sogno sia una mera apparenza e che il mondo visto attualmente in veglia continui a esistere anche durante il sonno, è un errore. Dimostreremo brevemente nel § 71, che non esiste alcuna differenza tra gli stati di veglia e di sogno. Ma questo, per il momento, non è in discussione. Che il sogno non esista da nessuna parte durante il sonno profondo è già stato accettato. Quindi basterà stabilire se il mondo della veglia cessi di esistere durante il sonno o se continui. Alla domanda se il mondo che appare in veglia appaia anche negli altri stati, si può rispondere che il mondo della veglia esiste solo nella veglia e che è confinato in essa (§ 27). Non c’è alcun senso nell’affermare che il mondo esiste senza la veglia e la veglia senza il mondo. Guardando lo stato di veglia e il mondo, non possiamo proiettare il mondo fuori dello stato, affinché esista fuori da esso. Siccome lo stato continua a cambiare, apparendo e scomparendo, quelli che sono in veglia devono andare in sonno. Durante il sonno, la veglia e il suo mondo scompaiono. Che il mondo esista anche quando andiamo a dormire è un’affermazione assurda, perché ciò significherebbe che noi contemporaneamente dormiamo e siamo in veglia. Non è corretto pensare che mentre noi dormiamo il mondo della veglia sia nascosto da qualche altra parte. Quindi, non si può affatto contraddire l’affermazione che il mondo s’immerge in noi.
Obiezione: tutti però sono convinti che, mentre si dorme, il mondo esiste.
Risposta alla prima argomentazione: due errori sono responsabili di questa credenza.
1) Non appena ci si sveglia si pensa che il mondo di ieri continui a essere lo stesso di oggi.
2) Il mondo durante il nostro sonno scompare: ma se si volesse vedere come scompare rimanendo svegli, vedremmo che il mondo non cessa d’esistere. Supponendo sia giusto pensare che il mondo sia lo stesso di ieri e supponendo, inoltre, che la nostra idea circa il secondo errore sia corretta, sarebbe questa una prova dell’esistenza del mondo durante il sonno? No, perché la memoria o la cognizione, per cui è lo stesso mondo che continua oggi, appartiene alla veglia. Lo stesso vale per il secondo errore sorto anch’esso dal pregiudizio della veglia. Come può essere esatta la conclusione fatta dal punto di vista della veglia? Se si guarda la veglia dal punto di vista del sonno profondo, si deve ammettere che durante il nostro sonno il mondo non appare; se continuiamo a dormire anche la sua assenza continua, quindi il mondo non appare neanche nello stato di veglia. Questa argomentazione ha senso? No, perché se il giudizio sulla veglia dal punto di vista del sonno è sbagliato, così lo è il giudizio sul sonno profondo dal punto di vista della veglia. L’apparizione del mondo nella veglia e non nel sonno sono entrambe solo nostre esperienze. Dando eguale importanza a entrambe le esperienze, dobbiamo concludere che il mondo della veglia non esiste nel sonno profondo. Allo stesso modo, nel sonno profondo non esiste l’apparente mondo del sogno. In ogni caso l’Ātman che, nella nostra intuizione, appare essere nei tre stati, deve essere compreso come sempre esistente.
Risposta alla seconda argomentazione: dal punto di vista della veglia, è giusto dire che in essa ci sono molte persone; ma dal punto di vista dell’intuizione universale, come s’è detto, il mondo e le persone che in esso stanno, sono confinati solo nello stato di veglia. In base a ciò si conclude che mentre dormiamo non c’è il mondo della veglia. Per determinare se il mondo esisteva durante il nostro sonno separatamente da noi oppure no, l’opinione della gente nel mondo della veglia non è necessaria e non rafforza o indebolisce quanto stabilito.
Risposta alla terza argomentazione: riguardo all’obiezione per cui ‘non sperimentiamo o non vediamo il mondo immergersi in noi mentre andiamo a dormire o uscirne quando ci svegliamo’ è contraria alla nostra esperienza.
- È contrario all’esperienza: quando dovremmo vedere il mondo immergersi in noi, durante il sonno o durante la veglia? Nel sonno c’è solo Pura Esistenza e null’altro che Esistenza. Quindi dov’è il mondo che si deve immergere? È già immerso nell’Esistenza e rimane come tale. Se dici che nella veglia dovremmo essere in grado di vederlo immergersi, questo nemmeno è possibile perché finché si è svegli, il mondo continua a esistere e non c’è il problema se il mondo appare o scompare. Lo stato di veglia contiene il mondo della veglia e non lo cancella.
- In secondo luogo, l’obiezione è prodotta dal pregiudizio della veglia. Come vediamo una tigre che entra in una caverna e ne esce, non possiamo vedere il mondo in quel modo, perché il sonno profondo non è esterno a noi come la caverna. È possibile un movimento di una cosa da un luogo a un altro o da un tempo a un altro; ma il mondo, come un tutto, include tempo e spazio. Il sonno profondo è senza tempo, senza dimensione, è Pura Esistenza. Come già detto, non c’è una comune sequenza temporale ed estensione spaziale fra la veglia e il sonno; quindi, il primo non può immergersi nel secondo implicando un processo; l’obiezione è dunque sbagliata.
Il sonno profondo è Infinito e assoluta Esistenza, include tutto e non tralascia nulla. Se il mondo della veglia fosse fuori dal sonno profondo, potrebbe venire e immergersi in esso: ma il mondo non ne è mai uscito. È uno con il sonno profondo. Se il mondo fosse rimasto fuori prima, non s’immergerebbe poi nel sonno, a un certo momento del tempo? Dal punto di vista dello stato di veglia, il mondo non ha uno spazio da attraversare per immergersi nel sonno profondo. Dal punto di vista del sonno, il mondo non esiste se non come Pura Esistenza. A chi è in veglia si dice che la veglia s’immerge nel sonno per aiutarlo ad abbandonarla e porsi dal punto di vista del sonno profondo. Quindi, che ogni cosa s’immerga in Ātman nel sonno profondo è al di là di ogni obiezione. Così il punto conclusivo è che ogni cosa è Ātman Pura Esistenza.
63. Riepilogo sull’Esistenza
Il cercatore della conoscenza può ora capire che la verità di se stesso e del mondo è l’Ātman la cui natura è Pura Esistenza. Il seguente riepilogo sarà utile per proseguire con le prossime considerazioni.
1- La veglia, il sogno e il sonno profondo sono le nostre esperienze. La verità deve essere conosciuta con l’indagine su questi tre stati basata sull’intuizione universale.
2- La Realtà appare in ciascuno stato, indipendentemente dagli altri due.
3- Quindi ogni stato è uguale a un altro: la veglia equivale al sogno, il sogno al sonno profondo e il sonno profondo alla veglia. Ognuno appare reale in modo identico.
4- La Realtà a cui s’arriva con l’indagine sui tre stati è quella dell’intero Universo.
5- La Realtà che appare divisa in io e il ‘resto’ nella veglia e nel sogno, appare nel sonno profondo come Sākṣin. Dato che il Sākṣin esiste nella sua totalità anche nella veglia e nel sogno, si deve capire che lo stesso Sākṣin del sonno profondo appare nella veglia sia come Sākṣin sia come io e il ‘resto’.
6- Poiché è accertato dall’intuizione universale che il Sākṣin sono io e che sono io chi testimonia i tre stati, la Realtà dell’io della veglia è proprio il Sākṣin,cioè il ‘mio’ Ātman.
7- Dato che solo il Sākṣin esiste in sonno profondo, esso è la vera Realtà. Solo questo Sākṣin appare nella veglia come io e il ‘resto’.
8- Perciò dobbiamo stabilire che solo il Sākṣin, esistendo in tutti e tre gli stati nella sua natura reale come il filo attraversa le perle, fa sorgere l’esperienza immediata dell’io che sperimenta gli stati e appare anche nelle sue forme falsamente immaginate di stati.
9- Definire ‘stato’ il sonno profondo è solo il punto di vista della veglia. In realtà, il sonno profondo non è altro che il Sākṣin. Quindi, chiamare Ātman Sākṣin è solo in senso secondario, come sarà stabilito nel § 83. Dal punto di vista della Realtà, il sonno profondo è solo Ātman,l’essenza di tutto ciò che appare nella veglia e nel sogno.
10- Questa Pura Esistenza, cioè l’Ātman, non ha parti né aspetti. Quindi l’io che appare nella veglia è l’Ātman completo, non una parte, e così anche il non-ātman che lì appare è anch’esso l’intero Ātman indiviso.
11- Sebbene molte persone come me appaiano esistere nella veglia, ognuna di esse è l’intero Ātman e non una parte. Così ogni cosa è Pura Esistenza, è solo Ātman.
12- È questa Esistenza che appare come ‘esistenza di veglia’, ‘esistenza di sogno’, ‘esistenza empirica’ ed ‘esistenza apparente e illusoria’. Infatti, non c’è null’altro che il reale Ātman.