🇮🇹 Giuseppe Sermonti: Dimenticare Darwin, Rimini, Il Cerchio, 2003. ISBN 88-8474-034-7. Pp. 144.
Il 16 dicembre 2018 s’è spento Giuseppe Sermonti, scienziato che la gran parte dei collaboratori di questo Sito ebbe la fortuna di conoscere personalmente, consultando le sue competenze indiscusse sull’ipotesi evoluzionista e ottenendone risposte sempre chiare e conclusive. A lui, con ammirazione e gratitudine dedichiamo la recensione che segue.
Non è facile dare al prof. Giuseppe Sermonti un appellativo che possa comprendere in una parola tutta la sua personalità: è stato un illustre uomo di scienza, biologo, più esattamente microbiologo, genetista, professore universitario in diverse sedi internazionali, presidente della Associazione Genetica Italiana, ricercatore di successo a livello mondiale, scrittore raffinato.
Romano di nascita, dopo aver scritto molti libri scientifici e non, nel 1998 pubblica per la prima volta “Dimenticare Darwin” (poi ripubblicato nel 2003), un’attenta analisi critica dell’evoluzionismo e del neo-darwinismo, che fu bollata dai suoi detrattori come il libello mediocre di un creazionista. Sermonti non accettò questa interpretazione e, rifiutando di essere definito un creazionista, ebbe occasione di affermare: “Aspirerei soltanto ad essere una creatura”. E il libro è tutt’altro che mediocre.
L’opera nasce come la sintesi di un percorso profondo e documentato dall’esperienza di cinquant’anni di studi e di ricerche ad alto livello. L’autore mette a nudo l’inconsistenza delle basi teoriche del darwinismo, che pretenderebbe di basare la nascita del mondo e il suo divenire su tre diversi meccanismi: la selezione naturale, una forza regolarizzatrice che esclude i deboli e gli anormali; il rimescolamento sessuale, processo che incide sulla differenziazione e, infine, la mutazione genetica, un processo degenerativo contro cui ogni cellula vivente, in verità, combatte sino al punto di correggere gli errori di transfert del proprio DNA. Per Sermonti non si può attribuire al patrimonio genetico l’assoluto ruolo determinante del mistero della vita e un essere vivente non è un corollario del proprio DNA: infatti non sono le differenze biochimiche che hanno generato la diversificazione tra i vari organismi. La complessità biochimica non concorda con la complessa struttura anatomica di una specie: l’uomo ha 23 paia di cromosomi, la felce 150 paia e il verme solo un paio. Inoltre, vi sono forme diversissime fra loro che hanno lo stesso DNA (ad esempio un bruco e una farfalla: il processo di trasformazione è promosso solo da alcuni ormoni). La differenziazione sessuale dipende da cromosomi, ma vi sono delle specie in cui soggetti maschili e femminili hanno lo stesso DNA, pur essendo clamorosamente diversi. L’interpretazione molecolare della differenziazione è assolutamente insufficiente a dare una spiegazione del perché un gatto è un gatto e la mosca una mosca e non viceversa.
L’autore espone come i geni abbiano colonizzato delle specie archetipe preesistenti, che si sono evidenziate prima nel mondo minerale poi in quello organico in generale. Questo è ricavabile dall’osservazione degli archivi della paleontologia, in cui si trovano delle specie che appaiono all’improvviso, senza la documentazione di possibili precursori oppure specie che rimangono immutate per dimensione e forma per milioni di anni, altre poi che si presentano identiche e contemporanee in terre lontanissime fra loro.
La comparsa dell’uomo è come quella dell’eterno bambino, con un salto biologico che non ha precedenti né simili. Trovare un rapporto di discendenza fra la scimmia e l’uomo non è dimostrato né dimostrabile, e può rimanere al massimo nel campo delle ipotesi. Ma le ipotesi restano tali, se non comprovate. Anzi la paleontologia umana si è arresa all’evidenza, dato che i resti fossili di ossa, rinvenuti nel nostro pianeta, dimostrano senza alcun dubbio che sono più antichi quelli dell’uomo rispetto a quelli delle scimmie.
Il mistero della forma naturale e delle grandi differenze fra gli esseri viventi non ha una spiegazione su base genetica, sul DNA, perché un uomo ha quasi gli stessi geni di un topo, di un insetto o di un fiore. Al di là delle molecole vi sono altri percorsi e campi immateriali, che prescrivono le forme nello spazio: Sermonti invita a riflettere sulla bellezza, sulle meraviglie, sul senso profondo delle realtà della natura senza voler porre definitivamente l’ultima parola, facendo quasi aleggiare un’aria di mistero. Il suo è una sorta di pacato ed elegante confronto con il vecchio avversario.
Il libro, dettato dalla prosa felice e sempre viva dell’autore, offre elementi di riflessione su tanti fenomeni della natura, sulla indefinita varietà dei suoi aspetti, dei suoni, dei colori, degli eventi, sulle incredibili innate conoscenze degli animali e sulle geniali architetture che essa ci mostra. E così la capinera incanta con la sua melodia e migra con l’aiuto delle costellazioni celesti per senso innato.
Il lettore deve ripercorrere le strade che l’autore indica, interpretando il tutto con una veste scientifica, ma anche con un senso di stupore, quasi in un gioco di perdersi e ritrovarsi. Contemplare l’esuberanza della vita con un occhio di magia e di mistero che è tutto suo, con un pizzico di poesia che in Sermonti non manca. Dimenticare per un attimo il dilemma evoluzionismo sì o evoluzionismo no, forse dimenticare Darwin e i suoi seguaci, ma con il pensiero sempre presente che la scienza riduzionistica e l’arroganza dei suoi contemporanei darwiniani non hanno mai dato le risposte ai fondamentali della vita e che l’ingegneria genetica non può assumere il ruolo di creatrice della vita stessa.
Durgā Devī
Giuseppe Sermonti: Dimenticare Darwin [Olvidar a Darwin], Rimini, Il Cerchio, 2003. ISBN 88-8474-034-7. Pp. 144.
El 16 de diciembre de 2018, nos dejó Giuseppe Sermonti, científico que la mayoría de los colaboradores de este sitio tuvieron la suerte de conocer personalmente, consultando sus competencias indiscutibles sobre la hipótesis evolucionista y obteniendo siempre respuestas claras y concluyentes. Le dedicamos la siguiente reseña con admiración y gratitud.
No es fácil atribuir al prof. Giuseppe Sermonti una calificación que pueda describir en una palabra toda su personalidad: fue un distinguido hombre de ciencia, biólogo, más precisamente microbiólogo, genetista, profesor catedrático en diferentes universidades internacionales, presidente de la Asociación Genética Italiana, investigador mundialmente reconocido, escritor refinado.
Romano de nacimiento, después de escribir muchos libros científicos y literarios, en 1998 publicó por primera vez Dimenticare Darwin (más tarde reeditado en 2003), un cuidadoso análisis crítico del evolucionismo y del neo-darwinismo, que sus detractores calificaron como el folleto mediocre de un creacionista. Sermonti no aceptó esta interpretación y, al negar que fuera un creacionista, tuvo la oportunidad de declarar: “Solo aspiraría a ser una criatura”. Y el libro es todo menos mediocre.
El trabajo nació como la síntesis de un viaje profundo documentado por la experiencia de cincuenta años de estudios e investigaciones de alto nivel. El autor revela la inconsistencia de los fundamentos teóricos del darwinismo, que afirmarían basar el nacimiento del mundo y su devenir en tres mecanismos diferentes: la selección natural, una fuerza de regularización que excluye lo débil y lo anormal; la mezcla sexual, un proceso que afecta la diferenciación; y, finalmente, la mutación genética, un proceso degenerativo contra el cual cada célula viva, en verdad, lucha hasta el punto de corregir los errores de transferencia de su propio ADN. Para Sermonti, el papel absolutamente determinante del misterio de la vida no puede atribuirse al patrimonio genético, no siendo un ser vivo un corolario de su propio ADN: de hecho, no son las diferencias bioquímicas las que han generado la diversificación entre los diversos organismos. La complejidad bioquímica no va de la mano con la compleja estructura anatómica de una especie: el hombre tiene 23 pares de cromosomas, el helecho 150 pares y el gusano solo un par. Además, hay formas muy diferentes que tienen el mismo ADN (por ejemplo, una oruga y una mariposa: el proceso de transformación siendo promovido solo por unas hormonas). La diferenciación sexual depende de los cromosomas, pero hay especies en las que los sujetos masculinos y femeninos tienen el mismo ADN, a pesar de ser claramente diferentes. La interpretación molecular de la diferenciación es absolutamente insuficiente para dar una explicación de por qué un gato es un gato y por qué la mosca es una mosca y no al revés.
El autor explica cómo los genes han colonizado especies arquetípicas preexistentes, que se destacaron primero en el mundo mineral y luego en el mundo orgánico en general. Esto puede derivarse de la observación de los archivos de paleontología, en los que hay especies que aparecen repentinamente, sin documentación de posibles precursores; o especies que permanecen sin cambios en tamaño y forma durante millones de años; otras que son idénticas y contemporáneas en tierras entre sí muy alejadas.
La aparición del hombre es como la del niño eterno, con un salto biológico que no tiene precedentes ni similares. Encontrar una relación de descendencia entre el mono y el hombre no se demuestra ni se puede demostrar, y puede permanecer al máximo en el campo de las hipótesis. Pero las hipótesis siguen siendo tales, si no se pueden probar. De hecho, la paleontología humana ha arrojado evidencia, dado que los restos fósiles de huesos encontrados en nuestro planeta sin duda demuestran que los humanos son más antiguos que los de los monos.
El misterio de la forma natural y las grandes diferencias entre los seres vivos no tiene una explicación genética en el ADN, porque un hombre tiene casi los mismos genes que un ratón, un insecto o una flor. Más allá de las moléculas hay otros caminos y campos inmateriales, que prescriben las formas en el espacio: Sermonti nos invita a reflexionar sobre la belleza, sobre las maravillas, sobre el profundo significado de las realidades de la naturaleza sin querer finalmente poner la última palabra, casi flotando en el misterio La suya es una especie de confrontación tranquila y elegante con el antiguo adversario.
El libro, dictado por la prosa feliz y siempre viva del autor, ofrece elementos de reflexión sobre los muchos fenómenos de la naturaleza, sobre la variedad indefinida de sus aspectos, sonidos, colores, eventos, sobre el increíble conocimiento innato de los animales y sobre las brillantes arquitecturas que nos muestra. Y así, la curruca nos encanta con su melodía y migra con la ayuda de las constelaciones celestes por sentido innato.
El lector debe volver sobre los caminos que indica el autor, interpretando todo en un sentido científico, pero también con un sentido de asombro, casi como un juego de perderse y encontrarse a sí mismo. Contemple la exuberancia de la vida con un ojo mágico y misterioso propio, con un toque de poesía que no falta en Sermonti. Olvide por un momento el dilema evolucionismo sí o evolucionismo no, quizás olvide a Darwin y sus seguidores, pero con el pensamiento siempre presente de que la ciencia reduccionista y la arrogancia de sus contemporáneos darwinianos nunca han dado las respuestas a los fundamentos de la vida y que la ingeniería genética no puede asumir el papel de creadora de la vida misma.
Durgā Devī
Giuseppe Sermonti: Dimenticare Darwin [Oublier Darwin], Rimini, Il Cerchio, 2003. ISBN 88-8474-034-7. Pp. 144.
Le 16 décembre 2018 s’est éteint Giuseppe Sermonti, savant que la plupart des collaborateurs de ce Site a eu la chance de connaître personnellement, en lui consultant à propos de ses compétences incontestées sur l’hypothèse évolutionniste et en obtenant toujours des réponses claires et concluantes. Nous lui dédions le suivant compte rendu avec admiration et gratitude.
Ce n’est pas facile attribuer au prof. Giuseppe Sermonti une dénomination qui puisse comprendre en un mot toute sa personnalité: il était un scientifique distingué, biologiste, plus précisément microbiologiste, généticien, professeur d’université dans nombre de sièges académiques internationales, président de l’Association italienne de génétique, chercheur de renom mondial, écrivain raffiné.
Romain de naissance, après avoir écrit de nombreux ouvrages scientifiques et littéraires, il publia pour la première fois en 1998 Dimenticare Darwin (réédité en 2003), une analyse critique attentive de l’évolutionnisme et du neo-darwinisme, qualifié par ses détracteurs comme « le médiocre libelle d’un créationniste ». Sermonti n’a pas accepté cette interprétation et, refusant d’être considéré un créationniste, a eu l’occasion de dire : “Je n’aspirerais qu’à être une créature”. Et le livre est tout sauf médiocre.
Ce travail a été originé comme la synthèse d’un parcours profond documenté par l’expérience de cinquante années d’études et de recherches à haut niveau. L’auteur révèle l’incohérence des fondements théoriques du darwinisme, qui prétend fonder la naissance du monde et son devenir sur trois mécanismes différents : la sélection naturelle, force régularisante qui exclut les faibles et les anormaux ; le mélange sexuel, processus qui affecte la différenciation et, enfin, la mutation génétique, processus dégénératif contre lequel chaque cellule vivante se bat, en vérité, au point de corriger les erreurs de transfert de son propre ADN. Pour Sermonti, le rôle absolument déterminant du mystère de la vie ne peut être attribué au patrimoine génétique et un être vivant n’est pas le corollaire de son propre ADN : en fait, ce ne sont pas les différences biochimiques qui ont généré la diversification entre les divers organismes. La complexité biochimique ne va pas de pair avec la complexe structure anatomique d’une espèce : l’homme a 23 paires de chromosomes, la fougère 150 paires et le ver seulement un couple. De plus, il existe des formes très différentes qui ont le même ADN (par exemple la chenille et le papillon, le processus de transformation étant favorisé seulement par certaines hormones). La différenciation sexuelle dépend des chromosomes, mais il existe des espèces dans lesquelles les sujets masculins et féminins possèdent le même ADN, bien qu’ils soient manifestement différents. L’interprétation moléculaire de la différenciation est absolument insuffisante pour expliquer pourquoi un chat est un chat et la mouche une mouche et non l’inverse.
L’Auteur explique comment les gènes ont colonisé des espèces archétypales préexistantes, mises en évidence tout d’abord dans le monde minéral, puis dans le monde organique en général. Ceci peut être déduit de l’observation des archives de paléontologie, dans lesquelles certaines espèces apparaissent soudainement, sans la documentation d’éventuels précurseurs. Ou bien, d’espèces dont la taille et la forme restent inchangées pendant des millions d’années, d’autres identiques et contemporaines dans des terres éloignées les unes des autres.
L’apparition de l’homme semble comme celle d’un enfant éternel, avec un saut biologique sans précédent et sans semblable. Trouver une relation de filiation entre le singe et l’homme n’est ni démontré ni démontrable, et peut rester au maximum dans le domaine des hypothèses. Mais les hypothèses restent telles, sinon prouvées. En effet, la paléontologie humaine a donné lieu à des preuves, étant donné que les restes fossiles d’os trouvés sur notre planète démontrent sans aucun doute que les humains sont plus anciens que ceux des singes.
Le mystère de la forme naturelle et les grandes différences entre les êtres vivants n’ont pas d’explication par la génétique et l’ADN, car un homme possède presque les mêmes gènes qu’une souris, un insecte ou une fleur. Au-delà des molécules, il existe d’autres chemins et champs immatériels, qui prescrivent les formes dans l’espace : Sermonti nous invite à réfléchir sur la beauté, sur les merveilles, sur le sens profond des réalités de la nature sans vouloir finalement mettre le dernier mot, faisant appel au mystère. C’est une sorte de confrontation sereine et élégante entre lui et un ancien adversaire.
Le livre, dicté par la prose heureuse et toujours vivante de l’auteur, offre des éléments de réflexion sur les nombreux phénomènes de la nature, sur la variété indéfinie de ses aspects, sons, couleurs, événements, sur l’incroyable connaissance innée des animaux et sur les brillantes architectures que cela nous montre. Et ainsi la fauvette à tête noir enchante avec sa mélodie et migre avec l’aide de constellations célestes par sens inné.
Le lecteur doit retracer les chemins que l’auteur indique, interprétant tout avec une rigueur scientifique, mais en même temps agréable, presque comme un jeu de se perdre et de se retrouver. Contemplez l’exubérance de la vie avec un œil de magie et de mystère qui lui est propre, avec une pointe de poésie qui ne manque pas à Sermonti. Oubliez un instant le dilemme de l’évolutionnisme-oui ou évolutionnisme-non, oubliez peut-être Darwin et ses disciples, mais avec la pensée toujours présente que la science réductionniste et l’arrogance des darwiniens contemporains n’ont jamais donné les réponses aux principes fondamentaux de la vie et que le génie génétique ne peut assumer le rôle de créateur de la vie elle-même.
Durgā Devī
Giuseppe Sermonti: Dimenticare Darwin [Translated into English as Why Is a Fly Not a Horse?], Rimini, Il Cerchio, 2003. ISBN 88-8474-034-7. Pp. 144.
On December 16th, 2018, Giuseppe Sermonti passed away. Most of the collaborators of this Site had the opportunity to meet this scholar in person. And all of them still remember him for his undisputed competence on the evolutionary hypothesis and for his always clear and exhaustive answers. We dedicate the following review to him, with much admiration and gratitude.
It is not easy to attribute to prof. Giuseppe Sermonti an appellative that can comprehend in a word his whole personality: he was a distinguished man of science, a biologist; more precisely, a microbiologist and geneticist. Throughout his brilliant career, he taught in different international Academies and held the presidency of the Italian Genetic Association. He is recognized worldwide as a successful researcher and a refined writer.
Roman by birth, after writing numerous scientific and literary books, in 1998 he published for the first time Dimenticare Darwin (republished in 2003), a precise critical analysis of the theory of evolution and of Neo-Darwinism, which was branded by his detractors as the mediocre libel of a creationist. Sermonti always rejected such label and, refusing to be described as a creationist, he simply responded declaring: “I would only aspire to be a creature”. And, indeed, his book is anything but mediocre.
This writing is the synthesis of an in-depth journey documented by his fifty-year-long experience of high-level studies and research. The author exposes the inconsistency of the theoretical basis of Darwinism, which founds the origin of the world and its becoming on three distinct mechanisms: the natural selection, a regularizing force that excludes the weak and the abnormal individuals; the sexual shuffling, a process that affects differentiation; and, finally, the genetic mutation, a degenerative process against which, as a matter of fact, every living cell fight to correct the erroneous transfer of its own DNA. According to Sermonti, the absolute determinant role of the mystery of life cannot be explained by the sole and absolutely determinant role of genetic heritage, as a living being is not the corollary of its own DNA. Indeed, it is not the biochemical differences that have generated the diversification among the various organisms. Biochemical complexity does not coincide with the complex anatomical structure of a species. Man has 23 pairs of chromosomes, whereas the fern and the worm have respectively 150 pairs and only one set of two. Furthermore, there are very different forms sharing the same DNA (for example, the caterpillar and the butterfly, for whom the transformation process is triggered only by certain hormones). Sexual differentiation depends on chromosomes, but there are species in which male and female subjects have the same DNA, despite being blatantly different. The molecular interpretation of differentiation is altogether unable to explain comprehensively why a horse is a horse and a fly is a fly and not vice versa.
The Author explains how genes have colonized pre-existing archetypal species, which have first arisen in the mineral world and then in the organic world in general. This can be evinced by the observation of the palaeontological record, in which there are species appearing suddenly, without any documented evidence of possible precursors. On the other hand, other species have remained unchanged in size and shape for millions of years, whereas other appeared identical and simultaneously in lands far away from each other.
The appearance of man is like that of the eternal child, with a biological leap that has neither precedents nor similar. The line of descent of primates and man and their parentage is neither demonstrated nor demonstrable, and remain at best as a mere hypothesis. But hypotheses remain such unless are proven. In contrast, human palaeontology has surrendered to the evidence, since that the fossil remains recovered so far indubitably demonstrate that man is more ancient than primates.
The mystery of the natural form and the great differences between living beings cannot be explained based on genetics, that is on the DNA, because a man has almost the same genes of a mouse, an insect and a flower. Apart from molecules, there are other paths and intangible fields that determine the forms in the space. Sermonti invites us to reflect on beauty, on wonders, on the profound meaning of the realities of nature without pretending to put the last word to this question and thus leaving an aura of mystery hovering over it. His work is, therefore, a calm and elegant confrontation with the ancient adversary.
The book, adorned by the pleasant and always lively prose of the Author, offers elements of reflection on many phenomena of nature, on the indefinite variety of its aspects, sounds, colours, events, on the incredible innate knowledge of animals and on the brilliant architectures that displays. And so, the blackcap casts his spell with a melodic chirp and migrates every year thanks to his innate sense of the celestial constellations.
The reader should follow the paths indicated by the Author, interpreting everything from a scientific standpoint, without however neglecting the amusement of getting lost and finding oneself again; contemplating the exuberance of life with eyes full of wonder and mystery and with a pinch of poetry that is never lacking in Sermonti. One should put aside the tedious debate on the theory of evolution and forget for a moment Darwin and his followers, and become aware of the pervasive reductionism advocated by science and the arrogance of its contemporary Darwinian proponents who have failed in their attempts to answer the fundamental questions on life through their blind faith in genetic engineering and the illusion of its role as creator of life.
Durgā Devī