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66. Il trionfo del Caos

Prima di far trionfare il mondo moderno, era necessario cancellare gli ultimi residui cristiano-medioevali dall’Europa, da cui il caos si doveva diffondere su tutto il pianeta. Furono i paesi protestanti e la Gran Bretagna in particolare a manovrare nascostamente l’Italia e la Germania, due paesi artificialmente unificati, per realizzare questo piano sovversivo. Il regno d’Italia, controllato da società segrete atee e anticlericali al servizio di Londra1, con il supporto della criminalità organizzata, la mafia2, smantellò i prosperi principati che proteggevano il papa per poi stringere d’assedio lo Stato della Chiesa. Il Patrimonio di San Pietro, che nel medioevo aveva prevaricato sul potere temporale, con la controriforma s’era raccordato all’Impero quale bastione essoterico della tradizione occidentale. L’annessione illegale al regno d’Italia diede inizio al coinvolgimento della Chiesa in diatribe politiche e sociali che determinarono il suo rovinoso deterioramento. Il regno protestante di Prussia si assunse il compito di fiaccare l’Austria cattolica sottraendole i territori centro europei ed emarginandola nei Balcani. La prima guerra mondiale si concluse con lo smembramento dell’Impero austro-ungarico, ultimo legato dell’Impero di Carlo Magno. Parallelamente crollarono l’Impero di tutte le Russie, erede di Bisanzio, e il califfato della Porta Ottomana3. L’Occidente si era così liberato delle ultime indebolite strutture statali d’origine tradizionale4.

Così l’ultimo secolo e mezzo è stato il proscenio per l’esibizione delle aberrazioni più estreme che si sono succedute a ritmo incalzante: esse hanno coinvolto l’ambito religioso, filosofico, scientifico, artistico, politico e sociale. La situazione è poi ulteriormente peggiorata con la seconda guerra mondiale che ha davvero sconvolto il mondo intero5. Se per un certo periodo la guida di tanta degenerazione è stata un’iniziativa dei paesi occidentali, ben presto quelli orientali hanno assunto piena autonomia nell’attività antitradizionale. Al periodo del più oppressivo colonialismo è subentrata una decolonizzazione frettolosa e colpevole6.

Ne sia esempio il Raj britannico dell’India che, dopo l’usurpazione del trono imperiale, si dedicò alla repressione sistematica della tradizione contrapponendo la comunità musulmana alla maggioranza hindū, colpendo le sue più sacre strutture sociali. Alla fine, gli inglesi si precipitarono ad abbandonare il Subcontinente smembrandolo in India e Pakistan, dando inizio così a una cruenta guerra civile7 e a una serie non ancora risolta di conflitti. All’India post-coloniale fu impedito ogni ritorno a una situazione in armonia con il Dharma, per mezzo della diffusione del neo-Induismo, rāmakṛṣṇiano, vivekānandiano, aurobindiano e gandhiano, promossa da tutti i media e da tutti i partiti, giocando sull’indole pacifica della popolazione e sul suo complesso di inferiorità nei confronti dell’Occidente.

Gravissime responsabilità, in questo senso, sono da attribuire a tre attività estranee: il missionarismo cristiano, le continue violenze islamiche8 e la propaganda martellante e soffocante del comunismo sovietico dapprima e, attualmente, cinese9. Tuttavia, l’India non è stata intaccata più di tanto, in paragone con altre aree. Il massificato comunismo maoista ha pressocché cancellato la tradizione in Cina10, spingendo il paese alla ripresa d’una ambiziosa politica espansionista in Asia11 e nel mondo. È all’imperialismo di questo paese che si deve l’invasione coloniale del Tibet, il concluso genocidio del popolo mancese e quello ancora in atto delle popolazioni turcomanne dell’Asia Centrale.

Ed è incredibile che ci sia stato chi ha avuto la dabbenaggine di negare l’esistenza del pericolo giallo! Altri paesi dell’Estremo Oriente hanno, invece, adottato completamente lo stile di vita dell’Estremo Occidente, mantenendo della loro tradizione solamente un ornato scenografico, per cui la divisione Occidente-antitradizionale e Oriente-tradizionale non ha più davvero alcun senso. La decolonizzazione selvaggia ha abbandonato i ricchi paesi dell’Africa nelle mani di avidi e corrotti dittatori, a organizzazioni criminali e allo sfruttamento sistematico da parte del neocolonialismo cinese. A questo s’aggiunga l’improvviso degrado del mondo islamico, che il taṣawwuf non sa né si sforza di controllare, fenomeno invero imprevedibile fino a pochi decenni addietro. Nello stesso periodo si è assistito alla fine ignominiosa della chiesa cattolica e al brutale sconvolgimento della Palestina.

Questi avvenimenti sono un chiaro segno della non lontana conclusione del ciclo storico a egemonia monoteista12. Tale fase della civiltà moderna ha prodotto nuove generazioni prive di qualsiasi radicamento religioso, ideale o filosofico; persino le ideologie alla moda che tutti subiscono sono spaventosamente elementari e rozze. Basti pensare che gli stessi animali hanno una maggiore sensibilità verso l’equilibrio della natura di tutti gli ecologisti ciarlieri ed esibizionisti. Similmente, le bestie riconoscono senza vacillare le evidenti distinzioni tra sessi, razze e specie, mentre i nostri giovani hanno una totale confusione mentale al riguardo, avendo subito pressanti condizionamenti fin dalla più tenera infanzia. Lo stesso valore della vita è misconosciuto, essendone stata coltivata l’indifferenza tra aborti ed eutanasie, proposte come grandi conquiste dell’umanità13. Se con l’invenzione della stampa l’umanità ha rinunciato a coltivare la memoria, con l’informatica le nuove generazioni hanno smesso di ragionare, affidandosi al “mito” dell’intelligenza artificiale. Per logica conseguenza una simile umanità elegge “democraticamente” a rappresentarla e a reggere la cosa pubblica i personaggi più stolidi14.

Le tre religioni occidentali, sebbene vantino reciprocamente la supremazia della propria rivelazione rispetto alle altre15, al loro interno proclamano l’eguaglianza tra i fedeli, imponendo a tutti indistintamente le stesse credenze, gli stessi rituali, gli stessi comportamenti. Non a caso il sistema democratico è sorto dalla laicizzazione di tale egualitarismo. Attualmente, da quando i monoteismi si trovano in uno stato di grave declino o di totale scomparsa16, anche il sistema democratico sta crollando in tutti gli stati, senza che si siano precisate ancora le caratteristiche del regime futuro con cui la finanza internazionale, le multinazionali e le organizzazioni non governative lo sostituiranno.

Dal punto di vista esoterico17, il XX secolo iniziava presentando alcune personalità di spicco: René Guénon in Francia, il prof. Arturo Reghini e il “barone” Julius (Giulio Cesare Andrea) Evola, in Italia. In un primo tempo i tre esoteristi collaborarono in certa misura al fine di provocare un cambiamento di mentalità nei due paesi latini. Tuttavia, alcune divergenze interpretative condussero all’allontanamento reciproco, soprattutto tra Reghini ed Evola18. Nondimeno, la loro azione non andò perduta e formò una sorta di barriera contro l’invadenza teosofico-occultistica in tutti i campi e ambienti. In particolare, gli scritti di René Guénon ebbero il positivo risultato di indirizzare alcune persone verso le forme iniziatiche non europee. La sua opera si dimostrò di grande utilità per le scelte tradizionali di alcuni suoi lettori come, per esempio, per l’autore di queste righe. Naturalmente, coloro, che sono entrati in contatto diretto con gli ambienti tradizionali extra-europei a seguito della lettura di Guénon, hanno potuto notare, accanto ai suoi meriti, anche certi limiti ed errori delle sue concezioni. L’atteggiamento tradizionale di chi si trovò a fare quelle riflessioni o quelle scoperte è stato quello di correggere gli errori, astenendosi da rigettare per intero l’opera di Guénon.

Infatti tutte le argomentazioni che, per esempio, egli aveva sviluppato sulla critica del mondo moderno sono del tutto condivisibili ed esatte. Al contrario, le storture, soprattutto nel dominio della dottrina metafisica, devono essere raddrizzate per poter esporre la vera dottrina. Oltre a ciò, annotiamo che, pur dichiarando nei suoi libri non essere corretto indicare ai lettori a quali vie iniziatiche rivolgersi, egli si contraddiceva incoraggiando i suoi corrispondenti a farsi iniziare presso le logge massoniche e, in particolare, in quelle che si ispiravano ai suoi scritti19.

Dopo la sua morte, in Europa si formarono raggruppamenti di guénoniani, alcuni dei quali si sono costituiti in sette fanatiche. Si dichiarano motu proprio “difensori dell’opera di René Guénon”, proclamandone l’infallibilità20, l’universalità della sua ‘funzione’ d’inviato del ‘Centro Supremo’, promuovendo la dottrina espressa nei suoi libri a una sorta di nuova rivelazione. In mancanza di una vera trasmissione da Guénon, essendo il loro unico contatto limitato alla semplice lettura dei suoi libri, hanno cercato un qualche collegamento sufico, da qualche tempo piuttosto facile da ricevere21, innestando sincretisticamente le dottrine guénoniane sulla prassi della sharī‘a, creando di fatto una nuova pseudo religione tutta occidentale per occidentali22.

Come si può facilmente trarre da quanto precede, gli ambienti di esoteristi occidentali collaborano a diffondere dottrine orientali alterate. È fatale, però, che tutto ciò che è transeunte nasca e muoia, come pure le dottrine e i rituali del dominio empirico. Solamente la metafisica non duale è esente dalle vicissitudini del tempo, essendo essa sola eterna e assoluta. Questo è il vero significato di Vincit Omia Veritas.

Gian Giuseppe Filippi

Oṃ  Tat  Sat


  1. Non a caso gran parte dei rivoluzionari italici aveva in Inghilterra un rifugio accogliente. Lo stesso Garibaldi si era recato varie volte a Londra a prendere ordini e accordi, anche per consiglio di Bakunin che lo visitava a Caprera.[]
  2. Quando gli Stati Uniti sostituirono la Gran Bretagna come potenza planetaria protestante, anche essi si appoggiarono alla mafia per invadere la Sicilia nel 1943. Questo consentì l’installarsi della mafia a livello governativo nell’Italia postbellica. Giuseppe Casarrubea, Storia segreta della Sicilia. Dallo sbarco alleato a Portella della Ginestra, Milano, Bompiani, 2005.[]
  3. Questi disgraziati avvenimenti furono la realizzazione della dottrina Wilson. Per la prima volta apparve chiaramente nella storia che l’azione dissolvente della Gran Bretagna, in decadenza, stava per essere sostituita da quella degli Stati Uniti.[]
  4. In verità questi Imperi furono corrosi dall’interno piuttosto che indeboliti da conflitti esterni. In Austria la componente etnica tedesca fu coinvolta nella follia pangermanista a discapito della sopranazionalità d’origine medievale. Nichilismo, anarchia e socialismo corrosero il nerbo dell’Impero degli Czar. In quello ottomano guidava il governo il movimento modernista dei Giovani Turchi, controllato dai dönmeh, ai danni dell’autorità sultanale; a quell’amministrazione statale vanno attribuite anche le responsabilità del massacro degli armeni.[]
  5. Bernard Faÿ, La guerre des trois foux, Hitler, Staline, Roosevelt, Paris, Perrin, 1966.[]
  6. La comunanza di destino tra paesi decolonizzati di antica e illustre civiltà, quale l’India e quelli semiselvaggi o imbarbariti, ha fatto scattare un innaturale senso di solidarietà che è noto con il termine di ‘terzomondismo’. Su questo sentimento soffiò a lungo la propaganda comunista sovietica che attrasse tutti quei paesi come le falene, quando attirate dalla luce, si buttano nel fuoco. Così, ancora oggi in ambienti tradizionali dell’induismo si trovano persone che manifestano solidarietà verso popoli civilmente arretrati e simpatie per le posizioni marxiste, senza accorgersi che la Russia, come erede dell’Unione Sovietica, mantiene il più vasto impero coloniale in tutta l’Asia settentrionale, senza dar segno alcuno di voler concederne l’indipendenza. Lo stesso vale, a maggior ragione, per il colonialismo della Cina ‘popolare’. Contemporaneamente, nei paesi inselvatichiti ripiombati nella miseria, pur ricchissimi di materie prime, il comunismo si è mutato nella nuova ideologia dell’‘indigenismo’, realizzazione pratica della demenziale ‘decrescita felice’ dei movimenti giovanili d’Occidente, che predica il ritorno alla natura belluina come stato edenico proletario, su cui il despota vaticano tenta di innestare il culto della Pachamama, la “terra madre” catto-ecologista (Miguel Gullo Omodeo, Madre Patria, Barcelona, Espasa, 2021, pp. 380-384).[]
  7. Lo smembramento fu concordato tra il Viceré lord Mountbatten, l’ateo Jinnah, capo dei musulmani, e il politicante camuffato da sādhu, Mohandās Gandhi.[]
  8. È vergognoso che chi rilascia interviste per giustificare le vendette dei taliban afghani e per protestare in favore dei diritti “democratici” dei Fratelli Musulmani a governare l’Egitto, s’indigni per le pacifiche denunce da parte dei saṃnyāsin delle continue provocazioni e violenze di militanti islamici contro l’induismo. La difesa del dharma può essere confusa per nazionalismo soltanto dalle menti che non vedono al di là del livello bassamente politico. L’emiro ‘Abd al-Qādir, sebbene grande sufi, non fu altrettanto pacifico quando lottò per far nascere il nazionalismo in Algeria, nazione inesistente finché non fu inventata dal colonialismo francese (Jean Sévillia, Historiquement Correct, Paris, éd. Perrin, 2014). Ma, essendo musulmano, gli viene perdonato qualsiasi atto di violenza.[]
  9. Per la verità quella cinese non si limita alla propaganda, ma fomenta la guerriglia e il terrorismo direttamente o tramite i suoi vassalli: Nepal, Pakistan e Bangla Desh.[]
  10. La continua minaccia d’invasione di Taiwan è un serio rischio di sparizione per il confucianesimo e il taoismo. L’isola, che in tutta la sua storia fu annessa alla Cina dalla dinastia mancese dei Ching per il breve periodo compreso dal 1683 al 1795, è l’ultimo baluardo sovrano della tradizione estremorientale. Sarebbe paradossale che essa potesse sopravvivere solo nelle Chinatown di Singapore, di San Francisco o di Melbourne.[]
  11. Dal 1949 la Cina comunista ha più che raddoppiato il proprio territorio annettendo le patrie di minoranze etniche e conquistando territori di altri paesi” (Limes, Pianeta India, 6-2009, “Il Gigante buono”). In questo contesto citiamo le recenti occupazioni di parti del Ladakh nel giugno 2021. Le nuove basi navali cinesi in Myanmar (Birmania), Bangla Desh, Shri Lanka e Pakistan rendono esplicite le loro mire espansionistiche.[]
  12. Di certo non si tratta della fine ancora lontanissima del kali yuga, come azzardano alcuni seguaci delle religioni monoteistiche che si pretendono esperti di sanātana dharma, ma solamente di un ciclo minore.[]
  13. Si rifletta sulla relazione tra la pretesa eccellente qualità di vita dei paesi protestanti e il loro spaventoso tasso di suicidi. Evidentemente lì si deve vivere davvero felicemente![]
  14. Per avere un’immagine concreta di questo fatto drammatico, si considerino le personalità che negli ultimi anni reggono i destini degli stati occidentali, Vaticano compreso.[]
  15. In linea di principio l’islam riconosce la rivelazione mosaica e quella cristiana; il cristianesimo riconosce la rivelazione mosaica, mentre l’ebraismo non ne riconosce alcuna. Tuttavia, allo stesso tempo, la religione più recente nella prassi considera le precedenti abrogate dall’ultima rivelazione, pena l’ammissione della propria inutilità. Il recente concetto di “fratelli maggiori” denota l’indegnità di chi si è inventato questa formula a ricoprire la cattedra di San Pietro. Inoltre, per la proprietà transitiva, la religione più recente dovrebbe allora essere quella dei “fratelli minori”, formula che il pontefice si è ben guardato dal coniare.[]
  16. Sebbene le chiese ortodosse russe e balcaniche si trovino in un periodo di ripresa e con un rinnovato interesse per l’esicasmo dopo il crollo della dittatura comunista, le chiese ortodosse greche e ucraine sono state pericolosamente contaminate dal modernismo ecumenico vaticano. Si vedano i recentissimi cambiamenti per aprire al turismo indiscriminato il Monte Athos.[]
  17. Non usiamo il termine ‘iniziatico’ perché l’ambiente a cui ci riferiamo era costituito da affiliati alle diverse correnti occultistiche, ognuna delle quali pretendeva falsamente di rappresentare la continuità degli antichi misteri precristiani e medievali.[]
  18. I due esoteristi italiani condividevano sentimenti anticristiani in favore di una presunta “tradizione pitagorico-romana” misteriosamente sopravvissuta fino in epoca moderna. Entrambi considerarono la ‘mistica fascista’ che si rifaceva all’antica Roma come un affioramento di tale corrente segreta. Tuttavia, mentre Reghini considerava che la tradizione romana era stata trasmessa dai collegia fabrorum fino alla massoneria della sua epoca, Evola esprimeva giudizi estremamente negativi sulla medesima istituzione. Tutti e due, seppure in misura diversa, più che alla contemplazione davano importanza alla sfera dell’azione e questo li condizionò, sebbene con direzioni divergenti, a essere coinvolti nelle attività politiche e perfino eversive della destra italiana. Al contrario, Guénon sosteneva correttamente la superiorità della conoscenza sull’azione; ciò nonostante, fino a quando visse in Francia, si lasciò trascinare in molteplici velleitarie azioni di restaurazione tradizionale di disparate tendenze, fondando o promovendo centri, gruppi di studio e oracoli, sempre con la collaborazione degli occultisti che frequentava.[]
  19. Guénon scriveva dal Cairo a Edmond Gloton il 17 maggio 1947, seguendo rigorosamente le formalità “di rito” tra confratelli: “Per finire con una nota più piacevole di tutti questi spiacevoli pettegolezzi, avrete forse già sentito (è di circa un mese fa) della costituzione, sotto gli auspici del G∴L∴D∴F∴, della L∴ La Grande Triade (si capisce subito da dove viene questo titolo), il cui Ven∴ fondatore è il F∴ Ivan Cerf, G∴ Or∴. Si tratta di una L∴ destinata a rimanere molto chiusa (una delle condizioni d’ammissione è una conoscenza sufficiente del mio lavoro) e dove si propone soprattutto di applicare, per quanto possibile, i punti di vista che ho esposto in particolare negli “Aperçus [sur l’Initiation]. […] Potete immaginare quanto sia felice di questo risultato, che ora mi dà la certezza che il lavoro che ho fatto e al quale ho dedicato tutta la mia vita non andrà perso!” Si accontentava ben di poco l’ispiratore dell’iniziativa a cui aveva dedicato tutta la vita! Purtroppo, questa, come altre esperienze consimili tentate più tardi anche in Italia, si concluse, com’era fatale, con un nulla di fatto. R. Guénon aveva violato il suo saggio proposito di astenersi da indicare una soluzione iniziatica anche per quello che riguardava il taṣawwuf, quando consigliava calorosamente, a chi era incline a quella scelta, di ricevere la bayat presso le “ṭuruq” europee, pur essendo pienamente consapevole dell’irregolarità dei due autoproclamati maestri e ben sapendo che nessuna organizzazione islamica avrebbe mai fondato un suo ramo fuori del dār al-islam. Ciò costituì un pericoloso precedente per l’insorgere in Europa di successivi millantati sceicchi e perfino di sceicche![]
  20. Non ci si può dilungare sulla presunta infallibilità di Guénon, essendo già stata splendidamente smantellata da Carlo Rocchi in Alātaśānti. L’Advaita Vedānta e i suoi più consueti travisamenti, Milano, Ekatos Ed., 2021, pp. 407-411, n. 8.[]
  21. Lo stesso R. Guénon affermava in una lettera del 1° novembre 1927: “Sono stato anche informato che [la ṭarīqa ‘Alawiyyah] ha una zawiya a Parigi, in boulevard Saint-Germain, a pochi passi da qui, il che fa temere che diventi troppo aperta e possa quindi essere deviata come molte altre.” In Rivista di Studi Tradizionali, n. 65.[]
  22. Altri, appartenenti a una diversa tipologia guénoniana, hanno fatto qualche raro viaggio in terra d’islam per un contatto veloce con un maestro e un rapido ritorno. Tutto ciò è del tutto insufficiente. Si devono passare lunghi periodi frequentando i maestri, riceverne gli insegnamenti e studiare e meditare sotto la loro guida. Fortunatamente ci sono state altre persone più serie che hanno passato lunghi periodi a contatto con shuyūkh e dotti ulamā, fruendo del loro insegnamento. Come è naturale, evitano coscienziosamente di mettersi in mostra per farsi pubblicità, si tengono lontano da polemiche, preferendo condurre una vita riservata per dedicarsi al metodo che è stato loro confidato. Alcuni di questi si sono trasferiti in paesi musulmani. Per tali persone serie il fine è la vera realizzazione spirituale e non la smania di primeggiare su seguaci dalle menti più deboli.[]