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6 Dicembre, 2020

57. Ludibria Rosicruciana

    57. Ludibria Rosicruciana

    Cos’era andato a fare in Boemia John Dee dal 1583 al 1589, durante la sua missione segreta? Generalmente si dice che, assieme al suo compagno negromante e mago Edward Kelley, avesse visitato a Praga Rodolfo II d’Asburgo (1552-1612). A corte, i due avrebbero coinvolto l’Imperatore in evocazioni di angeli e in riti di possessione, in cui Kelley svolgeva il ruolo di medium1. Correva anche voce, mai confermata, che in quell’occasione Dee avesse incontrato Rabbi Judah Loew, qabbalista noto per il suo misticismo messianico e per le sue pratiche di magia2. In realtà John Dee passò quasi tutto quel periodo a Trebon ospite del potente principe Villem von Rosenberg3 (1535-1592), dove fondò un circolo d’amici che, per la sua riservatezza, sarebbe meglio definire una società segreta. Certamente membro di questo circolo fu il fratello minore del suo ospite, Peter Vok von Rosemberg (1539-1611), che abbandonò il cattolicesimo in favore del calvinismo, il suo amico Christian von Anhalt (1568-1630) e il qabbalista ermetico paracelsiano Oswald Croll (1563–1609).

    La sotterranea azione politica svolta da John Dee in Boemia coincide temporalmente con la sospetta presenza di Giordano Bruno alla corte di Rodolfo II nel 1588. Anche in questo caso, l’Imperatore rapidamente si liberò della presenza dello spione al servizio dell’Inghilterra, licenziandolo con una semplice elargizione di denaro. Anche Bruno, nel corso delle sue tappe in Germania e in Boemia, fondò delle società segrete ‘giordaniste’ che ricorrevano a rituali magici d’ispirazione ‘egizia’4.

    Nell’immediato, quelle due missioni segrete risultarono fallimentari. Tuttavia, come vedremo qui di seguito, esse gettarono i semi per una eversione su vasta scala che condurrà ai disastri della guerra dei trent’anni. Cosa si prefiggevano queste spie della neonata Intelligence inglese è presto detto: lo scopo era quello di ostacolare la controriforma cattolica che, lentamente, stava riconquistando larghe aree della Germania. Ma soprattutto cercavano di minare la vera potenza cattolica rappresentata dal Sacro Romano Impero. L’Inghilterra elisabettiana, nonostante le sue smodate ambizioni imperialiste, era ancora una potenza di terzo ordine5. John Dee, anglicano ultranazionalista, durante la sua missione nell’Europa continentale, attenuò i toni della sua fede nella ‘chiesa’ d’Inghilterra, per predicare il superamento delle rivalità tra le diverse sette protestanti a nome di un fantasioso esoterismo universalistico riformatore radicato nell’humus dell’occultismo ermetico-qabbalistico6. Lo scopo perseguito era quello di infiltrare nascostamente le sette protestanti e le potenze continentali al fine di fare della corona inglese il grande manovratore occulto dei destini dell’Occidente. Anche Giordano Bruno, ossia la spia inglese Henry Fagot, cospirò in tal senso. Totalmente agnostico, considerava le diverse correnti protestanti strumenti utili alla distruzione del cattolicesimo e del Santo Impero7. Il suo interesse si concentrava sulla predicazione esplicita della magia ‘egizia’ quale strumento di riforma della mentalità.

    A quanto pare lo scopo dei maghi a servizio dell’Intelligence inglese era quello di raggirare l’Imperatore Rodolfo, che era anche re di Boemia, in modo da ottenere il controllo del Sacro Romano Impero8. Praga, dove Rodolfo aveva spostato la capitale dell’Impero, rappresentava un nodo strategico importante, in quanto il re di Boemia era uno dei sette elettori imperiali. In pratica si tentava per vie traverse di ottenere il controllo della cristianità dopo lo scacco del 1519, allorché né Francesco di Francia né Enrico VIII Tudor erano riusciti a farsi eleggere Imperatore.

    Rodolfo II, come spesso accade a coloro che sono affascinati dall’occulto, non era una persona molto equilibrata. In un periodo di gravi tensioni provocate dalla divisione protestante della cristianità e dalle guerre scatenate dai diversi principi, soprattutto tedeschi e olandesi, che approfittavano per ritagliarsi uno stato indipendente, Rodolfo rappresentava un vero problema. Invece di assumere la direzione della situazione, egli preferiva rinchiudersi nel suo castello di Praga, dedicandosi a tentativi di magia cerimoniale e a collezionare grimorii e automata, i giocattoli degli occultisti. Sinceramente cattolico e fautore della controriforma, non dava molto peso alla minaccia per la pace rappresentata dall’aggressività protestante. Non era neppure preoccupato per la propaganda degli eretici hussiti, esercitata nella stessa Praga9. Fu così che nel 1608 un consiglio di famiglia lo destituì da ogni suo incarico10.

    Una volta ritornato in Inghilterra, il fallimento della missione europea costò a John Dee i favori della corona, costringendolo a una vita di privazioni e di oblio11.

    Alla morte di Elisabetta I successe al trono Giacomo VI Stuart, re di Scozia. Divenuto Giacomo I d’Inghilterra fu una figura di sovrano molto particolare che rappresentò una discontinuità rispetto ai sogni imperialistici dei Tudor. Fervente cattolico12, rivendicava però ampie autonomie dal pontefice romano, coerentemente con l’idea di monarchia assoluta che si stava imponendo ovunque in Europa. Fu avverso alle teorie e pratiche della magia13 e ostile al protestantesimo, in particolare al puritanesimo14. Tuttavia il suo potere fu parzialmente ostacolato dal Parlamento elisabettiano da cui i cattolici erano esclusi15. Il Parlamento influì pesantemente sulle scelte protestanti dei figli del Re.

    Nel frattempo, i semi velenosi sparsi da Dee e da Bruno negli ambienti protestanti della Germania avevano cominciato a germogliare. Nell’anno 1604 apparve un curioso libro intitolato Naometria di Simon Studion, tardo umanista paracelsiano. Il libro è un classico esempio di letteratura “profetica”, confezionato all’unico scopo di influenzare l’andamento degli avvenimenti in una determinata direzione. In esso si predice un’alleanza tra Giacomo I d’Inghilterra, Enrico IV re di Navarra e poi di Francia, e il duca Federico di Württemberg16. Questi tre principi sarebbero riusciti in breve ad abbattere il potere dell’Anticristo, ossia la chiesa cattolica, e a sconfiggere l’islam, provocando così il ritorno di Cristo e l’inizio del millennio di pace protestante. Ovviamente tutto ciò non si verificò affatto. La Naometria potrebbe perciò essere considerata non degna d’attenzione, se non fosse per un unico particolare: in una pagina è riprodotto il sigillo di Lutero, in un contesto che è già rosacruciano17.

    Nel 1613 fu celebrato il matrimonio tra Elisabetta, figlia di re Giacomo, e un Elettore imperiale, il conte palatino Federico V. Francis A. Yates relata con minuzioso entusiasmo i festeggiamenti, le scenografie, le farse, le commedie teatrali18 e le pompose processioni che furono allestite per l’occasione. Il suo entusiasmo compartecipa delle speranze di tutte le sette eretiche anticattoliche di allora. È alquanto evidente che tutto questo contorno artificialmente allegorico del matrimonio principesco è il fatto storico a cui Andreæ s’ispirò per le sue Nozze chimiche di Christian Rosencreutz. Anche il castello di Heidelberg, sede dell’Elettore palatino, con i suoi giardini ‘simbolici’, con le sue collezioni di libri di magia, stregoneria e alchimia, con il suo museo di mirabilia e di automata, è stato il modello per il romanzesco castello in cui Rosencreutz fu ‘iniziato’ ai sette gradi dell’Ordine della Pietra d’Oro19.

    La coppia principesca, oggetto di vera adorazione da parte di tutte le sette protestanti, in realtà era composta da due giovinetti di debole carattere e del tutto in balia di chi li manovrava. Il loro burattinaio fu Christian von Anhalt, che già abbiamo trovato appartenente al circolo di Dee durante la sua permanenza al castello di Trebon. Egli fu il regista di tutta la pantomima delle nozze palatine e della loro rovina finale. Nel 1617 la Dieta di Boemia riconosceva il cattolico Ferdinando d’Asburgo quale re di Boemia. Tale successione non fu gradita agli hussiti che l’anno successivo defenestrarono i legati reali20 e si sollevarono contro la corona. Gli hussiti, dietro pressione del principe di Anhalt e dei suoi accoliti calvinisti, elessero come anti-re l’Elettore palatino Federico V.

    La manovra politica era spudoratamente evidente: gli Elettori dell’Imperatore erano sette di cui tre ecclesiastici e quattro laici21. Tre Elettori laici erano protestanti, il re di Boemia, un Asburgo, era cattolico. Con il colpo di stato in favore dell’Elettore palatino, Federico avrebbe disposto di due voti, rovesciando la maggioranza a favore degli eretici. Così si poteva realizzare lo stravolgimento del Santo Impero in una confederazione di stati protestanti e anticattolici. L’avventura durò meno di un anno: il comandante in capo dei rivoltosi, il principe Christian von Anhalt si dimostrò pessimo stratega e l’esercito luterano-calvinista-hussita fu massacrato nella battaglia della Montagna Bianca, l’8 novembre 162022. La notizia del rovescio raggiunse i due giovani usurpatori della corona di Boemia mentre pranzavano nel castello di Praga. Si diedero a disordinata fuga, abbandonando tutti i loro averi. Così Federico V e Elisabetta persero non soltanto la corona di Boemia, ma anche la contea elettorale del Palatinato, rafforzando la cattolicità dell’Impero. Vissero in esilio a spese di qualche feudatario olandese e tedesco ancora legato alla causa sfortunata e di qualche aiuto da parte del Parlamento inglese23.

    Quella fu la prima di una serie di vittorie imperiali; se più tardi non fosse intervenuto il re di Svezia a sostegno dei protestanti, la riforma sarebbe stata spazzata via del tutto. Ma lasciamo il terreno della semplice politica e ritorniamo a esaminare i risvolti pseudo-iniziatici di quegli accadimenti. Ciò che appare chiaro è che i tre documenti rosacruciani, sull’onda delle missioni sovversive di Bruno e di Dee, volevano ispirare una riforma occultistica dell’Europa; essi si presentavano come la continuazione profetica della Naometria di Studion, allo scopo di influenzare occultamente la mentalità corrente per accettare come provvidenziali i cambiamenti socio-politici da loro perseguiti. Tuttavia qualcosa non era andato per il verso giusto.

    È curioso che perfino lo stesso Andreæ, autore delle Nozze Chimiche, anche prima del disastro della Montagna Bianca24 avesse preso le distanze dal movimento rosacruciano. Nelle sue opere successive definì la Fama, la Confessio e la Chymische Hochzeit con il termine latino di ludibria. Il significato immediato di ludibrium è quello di scherno, beffa, presa in giro, ma nel linguaggio drammatico era usato per definire la farsa, che non toglie nulla al suo senso poco serio. Nel suo Mythologiæ Christianæ Libri Tres del 1619, usando ancora il linguaggio teatrale, Andreæ affermava: “Non ho assolutamente nulla a che vedere con essa [la fraternità R+C]. Non molto tempo fa, quando accadde che alcuni letterati stavano preparando una rappresentazione di certi circoli intellettuali, mi sono avvicinato loro per osservarli, dato che la moda attuale è quella di cercare avidamente le notizie più nuove. Da spettatore, non senza un certo piacere, ho assistito a una diatriba tra scritti, ma, subito dopo, ho visto un completo cambiamento di protagonisti. Siccome il teatro è ormai pieno di litigi, con violenti scontri di opinione, anche se espressi per mezzo di allusioni ambigue e congetture maligne, ho deciso di tirarmene fuori completamente, per non avere alcun ruolo in una vicenda così sospetta e rischiosa”. Così egli rinnegava spudoratamente la sua partecipazione in prima persona alla farsa rosacruciana in quanto autore delle Nozze Chimiche, aggiungendo tutta la sua riprovazione per il cambiamento di rotta, di personaggi ispiratori e di fini, avvenuto nella fraternità.

    A questo proposito, la Yates ha tutte le ragioni per affermare che l’idea iniziale di una fraternità immaginaria era stata dirottata sul terreno dello scontro politico, religioso e bellico. Si era formata una società segreta concreta che, invece di promuovere una mentalità pseudo esoterica protestante, interveniva fattivamente per alterare gli equilibri dell’Occidente a favore di nuovi e sconosciuti padroni. La ricercatrice del Warburg Institute afferma che la nebulosa non organizzata di occultisti, che avevano fantasticato di ‘adepti’ rosacroce e di Fraternità rosacrociana, era stata infiltrata da ‘superiori sconosciuti’, diremmo noi, e trasformata in una organizzazione reale e inaccessibile. Questi infiltrati, presumibilmente estranei al cristianesimo, indussero Andreæ a ritornare precipitosamente sui suoi passi e, in contrapposizione, a dar vita a una Societas Christiana,di cui scrisse il manifesto di fondazione intitolato Reipublicæ Christianopolitanæ Descriptio25. L’ipotesi dell’infiltrazione estranea è rafforzata dalla condotta di Michael Maier26 (1568-1622), che taluni considerano essere stato l’autore della Fama e della Confessio. Maier aveva sostenuto a più riprese che i rosacroce formavano una confraternita reale, pur protestando di non esserne affiliato. Dopo il disastro dell’avventura rosacruciana in Boemia, nel 1622 pubblicò il libro Cantilenæ intellectuales de Phœnice redivivo. In quest’opera egli riduceva l’importanza della cospirazione rosacruciana a uno scherzo, affermava che gli ideali di riforma universale erano stati traditi da infiltrazioni estranee e profetava di una imminente resurrezione del movimento, questa volta vincente.

    L’ultimo rosacruciano dell’epoca che stiamo indagando fu l’inglese Robert Fludd. Medico paracelsiano ed ermetista anglicano, da giovane viaggiò in Europa. In particolare si fermò in Germania dove entrò in contatto con Michael Maier e con gli editori De Bry. Non c’è dubbio che Fludd avesse così continuato l’opera di persuasione occulta iniziata da John Dee, di cui era grande ammiratore. In seguito aveva affermato di aver tentato invano di mettersi in contatto con gli autori della Fama e della Confessio Fraternitatis. Soprattutto dopo il fallimento del movimento di ‘Riforma rosacrociana’ dell’Europa, egli insistette a dire di non essere mai riuscito ad avere contatti con i veri rosacroce. In questo modo prendeva le distanze da quell’impresa, pur confermando la sua simpatia per le idee originali del movimento. In qualche modo, anch’egli come Andreæ e Maier, testimoniava di una intromissione estranea che aveva condotto a una deviazione dagli ideali originali la quale, a sua volta, aveva provocato la rovina dell’avventura boema.

    Nonostante la confusione, spesso creata ad arte, a proposito della rosacroce e dei rosacruciani, è necessario tirare le giuste somme dai dati che abbiamo esposto nella nostra indagine sulla fine del medioevo e l’inizio dell’evo moderno.

    1. Nell’ambito della tradizione cattolica, ovvero nell’area europea coincidente con l’Impero d’Occidente (Sacro Romano Impero), dopo il ritiro dell’iniziazione monastico-sacerdotale, la distruzione dell’Ordine del Tempio segnò la fine delle vie iniziatiche cavalleresche27. Rimasero viventi le organizzazioni iniziatiche di mestiere.

    2. Il vuoto lasciato dalla scomparsa del sapere sacerdotale fu surrogato dall’affioramento del misticismo, fenomeno non iniziatico e, in qualche modo, ‘spontaneo’.

    3. L’ermetismo ‘cristiano’ fu una ricostruzione libresca operata da eruditi occultisti rinascimentali, senza alcuna trasmissione reale dall’ermetismo alessandrino né da quello arabo.

    4. Chi si pose il problema della trasmissione iniziatica si rivolse alla qabbalah ebraica. Anche in questo caso non avvenne alcuna trasmissione. Anzitutto perché gli ermetisti rinascimentali furono attratti dalla deviazione mistica, magica e apocalittica della qabbalah; in secondo luogo, poiché non si convertirono al giudaismo, ma inventarono una qabbalah cristiana che avrebbe avuto lo scopo inverso, quello di convertire gli ebrei. Non avendo più alcuna nozione circa la trasmissione iniziatica, gli intellettuali del rinascimento sovrapposero la magia qabbalistica sulla magia ermetica ‘cristiana’, di dubbia regolarità persino ai loro occhi.

    5. Il nuovo pensiero fu costruito come un marchingegno per distruggere tutto ciò che rimaneva della tradizione medievale: le vie iniziatiche di mestiere ancora esistenti, la struttura ecclesiale con la sua teologia e l’ideale del Santo Impero.

    6. La contemporanea diffusione delle eresie ‘cristiane’, hussite, luterane, calviniste e anglicane diede lo spunto per considerare l’inizio di una nuova era e di una nuova ‘religione laica’ adattata ai nuovi tempi. I maghi rinascimentali, convinti di rappresentare un’élite intellettuale, manovrarono per innestare il loro occultismo qabbalista-ermetico come un nuovo pseudo esoterismo all’interno e al di sopra della nuova pseudo religione. Il problema era: come compattare tra loro le varie sette ereticali per farne una ‘religione universale’?

    7. Davanti all’efficacie reazione antiprotestante e anti rinascimentale della controriforma cattolica, le diverse sette cominciarono ad accordarsi. Di questa situazione si avvantaggiò l’Inghilterra elisabettiana.

    8. Similmente, le diverse correnti occultistiche trovarono nella leggenda rosacruciana il loro punto di aggregazione.

    Quello che è certo è che fino alla comparsa dei manifesti rosacruciani nessuno aveva mai sentito parlare di una tale fraternità: oltre alla Fama, alla Confessio e alle Nozze Chimiche, non esiste alcun altro documento attribuibile ai rosacroce che ne attesti l’esistenza. Gli altri scritti che furono pubblicati nel medesimo periodo e che citano i rosacroce sono, almeno ufficialmente, letteratura di supporto. I loro autori se ne dichiarano ammiratori, ma confessano di non far parte del ‘Collegio Invisibile’28. Perciò, per esaminare l’argomento, ci si deve attenere rigorosamente soltanto a quelle tre fonti. Che rosacroce definisca un grado di realizzazione corrispondente al perfezionamento dello stato umano e non una organizzazione definita è una pura illazione, in piena contraddizione con i tre documenti summenzionati. Infatti i rosacroce vi appaiono come coloro che sono associati alla medesima Fraternitas o ‘Collegio Invisibile’29.

    Non è nemmeno possibile sostenere che i rosacroce siano stati gli iniziati cattolici sopravvissuti alla distruzione dell’Ordine del Tempio, che si riorganizzarono in accordo con gli iniziati all’esoterismo islamico per mantenere un legame apparentemente interrotto, anzitutto perché dal 1314 al 1616 non è mai stato menzionato il nome di rosacroce30 e, in secondo luogo, perché i tre documenti trasudano odio sia nei confronti del cattolicesimo sia dell’islam. Al contrario, per i rosacroce l’unica fonte di sapere menzionata è la qabbalah.

    Non è neppure accettabile che i rosacroce siano stati degli iniziati di così elevata realizzazione da sfuggire a qualsiasi indagine storica: sarebbero forse stati costoro tanto al di sopra di Lao Tze, Chuang Tze, Lie Tze, di Gauḍapāda, Śaṃkara, Sūreśvara, di Abd al-Qādir Jīlānī, Ibn ‘Arabi, Abd al-Karīm al-Jīlī, di Origene, Eckhart, Dante, che hanno lasciato chiare tracce della loro esistenza terrena assieme a opere celeberrime? Dichiarare di non trovare le tracce di personaggi così importanti per le sorti umane ricorda quelle dei mahātmā teosofisti o dei bābājī himalayani della new age indiana. Vale a dire che richiede una fede cieca da parte degli ingenui nei confronti di chi espone tesi prive di ogni fondamento. E che questo sia un retaggio occultistico, è dimostrato dal fatto che si dà per certo che i ‘veri rosacroce’ avrebbero abbandonato l’Europa per l’Asia, attorno al 1648, data della pace di Westfalia. C’è da chiedersi se il rifugio asiatico dei rosacroce non debba essere identificato con la misteriosa Damcar. I ‘veri rosacroce’, in questo modo, si sarebbero ritirati in quel luogo a leccarsi le ferite dell’insuccesso boemo, per poi ritentare l’infiltrazione dell’Europa qualche decennio più tardi. Tra le fonti è citato infatti anche l’occultista Saint-Yves d’Alveydre. Evidentemente gli occultisti possono aver avere accesso a notizie storiche segrete, negate perfino agli iniziati31!

    Gian Giuseppe Filippi

    1. Un testimone contemporaneo, citato da Evans, afferma che l’Imperatore accolse i due maghi con un certo interesse; il sovrano, sebbene attratto da tutto ciò che fosse occulto, rimaneva sinceramente cattolico; perciò ben presto si insospettì dei fini perseguiti da Dee e Kelley, e li allontanò dalla corte (Robert John Weston Evans, Rudolf II and His World: A Study in Intellectual History, 1576-1612, Oxford, Oxford University Press, 1973, pp. 218-228).[]
    2. La pratica della magia da parte di questo rabbino pare, invece, essere una leggenda inventata in epoca romantica. Moshe Idel, pur convalidando la devianza mistico-estatica della qabbalah e il millenarismo di Loew, nega in modo convincente ogni sua inclinazione nei confronti della magia e, in particolare, che avesse mai costruito un golem (Golem. Jewish Magical and Mystical Traditions On the Artificial Antropoid, Albany, State University of New York Press, 1990, pp. 251-258).[]
    3. Peter French, cit. pp. 224-228. Benjamin Woolley, The Queen’s Conjurer: The Science and Magic of Dr. John Dee, Advisor to Queen Elizabeth I, New York, Henry Holt and Co., 2001.[]
    4. Francis A. Yates, Giordano Bruno and the Hermetic Tradition, Chicago, University of Chicago Press, 1964, pp. 312-313.[]
    5. Alla fine del ‘500 l’Impero, il regno di Spagna e quello di Francia erano le potenze europee di prim’ordine. In second’ordine si contavano la Repubblica di Venezia, il regno di Polonia, il regno d’Ungheria.[]
    6. Universalistico, ma che, ovviamente, escludeva la chiesa di Roma. È anche di questo periodo l’invenzione di una caricatura di catena iniziatica magico-ermetico-qabbalistica, a cominciare da Lullo, Ficino, Pico della Mirandola, per poi proseguire con Reuchlin, Zorzi, Agrippa, Paracelso, Bruno e Dee, sebbene molti di questi non si fossero mai incontrati di persona.[]
    7. Giordano Bruno riuscì a essere dichiarato eretico non solo dalla chiesa cattolica, finendo nel modo che si era meritato, ma anche da calvinisti e luterani.[]
    8. Si noti la modernità di tutte queste ignobili manovre politiche ammantate di ‘universalismo’, di ‘liberazione dal passato oscurantista’ e d’‘amore per il prossimo’.[]
    9. La Dieta di Praga era di fatto monopolizzata dagli hussiti. Infatti nel 1419 i rappresentanti cattolici erano stati defenestrati (vale a dire scaraventati fuori dalla finestra) dai parlamentari hussiti e massacrati in piazza da una inferocita folla di eretici. Ciò diede inizio alla rivolta hussita. Da allora e per un paio di secoli i cattolici non furono più accolti nella Dieta.[]
    10. La sua reazione fu debole: tentò con una Carta di Maestà di attirarsi l’appoggio dei protestanti concedendo loro libertà di culto. Ma ormai era stato estromesso da ogni potere eccetto dal solo titolo imperiale e tale manovra non ebbe alcuna conseguenza.[]
    11. Sarebbe interessante sapere di più sulla presa di distanza dei fratelli Francis e Antony Bacon (entrambi nobilitati da Elisabetta) da John Dee e dalla sua diffusione dell’occultismo ermetico-qabbalistico. Entrambi fondatori e agenti dei servizi segreti inglesi, i Bacon, dopo il fallimento della missione Dee-Kelley, volsero le spalle all’occultismo, ormai sospetto di magia nera, per predicare in sua vece gli avanzamenti della scienza e della meccanica. Questa nuova tendenza culminò nel 1605 con la pubblicazione di Of the Proficience and Advancement of Learning, Divine and Human di Francis Bacon, primo documento di ciò che nel secolo successivo assumerà la forma di ‘religione laica’ basata sulla fede nel progresso illimitato, fede ancor oggi incrollabile presso le masse.[]
    12. Fece tradurre la Bibbia, sotto suo costante controllo. La Bible of King James ancor oggi appare la migliore esistente in una lingua volgare.[]
    13. Fu l’autore dell’interessante studio intitolato Dæmonologie in cui acutamente sottolinea i sottili rapporti tra stregoneria e riforma protestante.[]
    14. Nome che assunse in Inghilterra la forma estrema di calvinismo. Ovviamente F. A. Yates dipinge questo sovrano colto e raffinato come uno sciocco bigotto affetto da problemi mentali; la preferenza della ricercatrice del Warburg Institute andava istintivamente a favore dell’animalesco Enrico VIII (The Rosicrucian Enlightenment, London, Routledge & Kegan, 1972, ch.II).[]
    15. Tale esclusione continuò fino all’Emancipation Act del 1829.[]
    16. Dei tre, il duca di Württemberg era l’unico davvero luterano. Enrico IV di Navarra aveva abiurato il calvinismo pur di diventare re di Francia (Paris vaut bien une messe). Tuttavia, i protestanti, a ragione, dubitavano della sincerità di tale conversione; inoltre la corte francese era fortemente influenzata dal partito dei cattolici ‘politiques’, ambiguamente amichevoli nei confronti degli ugonotti. Il terzo membro dell’alleanza, Giacomo Stuart, era sinceramente cattolico, anche se la sua politica estera fu spesso condizionata da un parlamento composto esclusivamente da anglicani e puritani. La profezia di Studion era dunque più basata sulle speranze dei protestanti che su dati reali.[]
    17. A.E. Waite, Brotherhood of the Rosy Cross, London, William Rider & Son Ltd., 1924, pp. 36, 639 e segg. Waite fa giustamente notare che la pubblicazione della Naometria fu concomitante con la prima edizione delle Nozze chimiche di J.V. Andreæ. Le coincidenze, in questi frangenti, non sono affatto casuali, ma sono calcolate per lanciare messaggi settari.[]
    18. Tutte le attività rosacrociane sono state accompagnate da spettacoli propagandistici inscenati da compagnie di commedianti inglesi. Persino Inigo Jones, secondo la Yates (The Rosicrucian Enlightenment, cit., I ch.), raggiunse Heidelberg come scenografo e costumista teatrale per il grande matrimonio carnascialesco. L’amore per le scenografie, le processioni, le parate e ogni altra vuota formalità cerimoniale sono ancora oggi caratteristiche della mentalità britannica.[]
    19. Ordine di fantasia che allude chiaramente alla pietra filosofale. Non è un caso che nei libelli di propaganda protestante le nozze di Elisabetta e Federico del Palatinato abbondino di insegne degli ordini del Toson d’Oro e della Giarrettiera, succedanei borghesi degli antichi e autentici ordini monastico-cavallereschi.[]
    20. Quella volta ci furono soltanto dei feriti. Pare che la defenestrazione sia un’abitudine inveterata dei sovversivi boemi: l’ultima è stata quella del ministro Masaryk che, nel 1948, diede inizio alla dittatura comunista in Cecoslovacchia. Anche nel 1483 il borgomastro di Praga e i suoi consiglieri furono defenestrati da rivoltosi hussiti.[]
    21. Rispettivamente i vescovi di Colonia, Treviri e Magonza e il re di Boemia, il duca di Sassonia, il margravio di Brandeburgo e il conte del Palatinato Renano.[]
    22. Tra il 1619 e il 1620 Jacob Böhme si recò a Praga più volte. È improbabile che il mistico protestante e qabbalista ermetico abbia scelto quel periodo all’unico scopo di vendere scarpe ai rivoltosi.[]
    23. Della catastrofe fu incolpato Giacomo d’Inghilterra per non aver aiutato la figlia in quella impresa sciagurata. In realtà lo Stuart era scopertamente avverso alle manovre dei protestanti. Infatti, in tutti i modi aveva tentato di equilibrare il matrimonio della figlia con un principe calvinista di scarsa importanza con le ben più prestigiose nozze tra il figlio e una infanta di Spagna.[]
    24. Anche se in precedenza Cartesio aveva cercato invano di mettersi in contatto con i rosacroce, alla fine scelse il campo cattolico e partecipò alla battaglia della montagna Bianca tra le file degli Imperiali.[]
    25. A questo argomento F.A. Yates dedica l’intero capitolo XI del suo The Rosicrucian Enlightenment.[]
    26. Giordanista luterano, alchimista paracelsiano, mago ermetico e amico di Christian von Anhalt, fu per un breve periodo medico di Rodolfo II, di Giacomo I Stuart, del principe di Nassau, traditore dell’Impero e zio di Federico V del Palatinato renano e, infine, del Langravio Maurizio de Hesse-Kassel. È curioso che i biografi non abbiano mai sospettato di una sua attività spionistica.[]
    27. Come accadde per l’iniziazione monastica che declinò e sparì in poche generazioni dopo la riforma del monachesimo iniziata alla fine del X secolo, così la distruzione dell’Ordine del Tempio segnò l’inizio della scomparsa delle iniziazioni guerriere. Tuttavia per circa un secolo ancora rimasero delle sopravvivenze. L’ultimo segno di continuità che affiorò a metà del XV secolo fu la Mort d’Arthur di Sir Thomas Malory, anche se si ignora chi fosse in realtà quell’autore. Certamente si tratta di uno dei più begli esempi di romanzi iniziatici templari, sebbene con tracce di contaminazioni ermetiche.[]
    28. Come s’è già visto, neppure il simbolo della rosacroce era mai stato conosciuto né usato in precedenza, almeno fino alla sua prima apparizione grafica nella Naometria di Simon Studion, ricalcato sul sigillo di Martin Lutero.[]
    29. Il Collegio era inizialmente composto da quattro membri e, solo in seguito, da otto: mai da dodici.[]
    30. E, per la verità, tale nome era del tutto sconosciuto anche prima della distruzione dell’Ordine Templare.[]
    31. Basta una rapida lettura del numero speciale di Le Voile d’Isis (agosto-settembre 1927) dedicato ai rosacroce per rendersi conto di tali aberranti fantasie.[]

    57. The Ludibria rosicruciana

      57. The Ludibria rosicruciana

      What was John Dee doing in Bohemia from 1583 to 1589 during his secret mission? It is generally said that, together with his companion, the necromancer and magician Edward Kelley, he visited Rudolf II of Habsburg (1552-1612) in Prague. At court, the two allegedly involved the Emperor in evocations of angels and in rituals of possession, during which Kelley played the role of medium1. There were also rumours, which were never confirmed, that on the same trip Dee also met Rabbi Judah Loew, a Qabbalist known for his messianic mysticism and magic practices2. In reality, John Dee spent most of his stay in Trebon as a guest of the powerful Prince Villem von Rosenberg (1535-1592)3. There he founded a “circle” of friends, although it would be preferable to call it secret society due to its secretive nature. The younger brother of his host, Peter Vok von Rosemberg (1539-1611), who abandoned Catholicism in favour of Calvinism, his friend Christian von Anhalt (1568-1630) and the hermetic Paracelsian Qabbalist Oswald Croll (1563-1609) were certainly members of that circle.

      The underground political action carried out by John Dee in Bohemia in 1588, temporally coincides with the suspect presence of Giordano Bruno at the court of Rudolf II. Also in this case, the Emperor quickly got rid of the spy at the service of England, by dismissing him with a simple donation of money. Bruno, as well, during his stops along his trip in Germany and Bohemia, founded secret ‘Jordanist’ societies which used magical rituals of “Egyptian” inspiration4.

      At the time, those two secret missions failed. However, as we will see below, they sowed the seeds of a broad scale subversion that would ultimately lead to the disasters of the Thirty Years’ War. But what were the goals of these spies of the fledgling British “Intelligence”? The aim was to obstruct the Catholic Counter-Reformation which was slowly regaining large areas of Germany. But above all they were trying to undermine the true Catholic power represented by the Holy Roman Empire. Elizabethan England, despite its excessive imperialist ambitions, was still a third-rate power5. During the mission in continental Europe, John Dee, an ultranationalist Anglican, softened the tones of his faith in the “Church of England” and preached among the different Protestant sects in order to overcome their rivalries in the name of a fictitious universalist esotericism rooted in the humus of the hermetic-qabbalistic occultism6. The aim was to secretly infiltrate the Protestant sects and the continental powers in order to make the English crown the great invisible maneuverer of the destinies of the West. Also Giordano Bruno, namely the English spy Henry Fagot, conspired in this sense. Totally agnostic, he considered the various Protestant currents useful tools for the destruction of Catholicism and the Holy Empire7. His interest was focused on the explicit preaching of “Egyptian” magic as an instrument for reforming the mentality.

      Apparently, the purpose of these magicians at the service of the English “Intelligence” was to deceive the Emperor Rudolf, who was also king of Bohemia, in order to gain control of the Holy Roman Empire8. Prague, where Rudolph had moved the capital of the Empire, was an important strategic hub, as the king of Bohemia was one of the seven imperial electors. Basically, attempts were made in order to gain control of Christianity after the setback of 1519, when neither Francis of France nor Henry VIII Tudor had managed to be elected Emperor.

      Rudolph II, as it often happens to those fascinated by the occult, was not a very balanced person. In a period of serious tensions caused on one hand by the Protestant division of Christianity and, on the other by the wars unleashed by the different princes, particularly German and Dutch, who took advantage of this unrest to carve out an independent state, Rudolph II was a real problem. Instead of taking charge of the situation, he preferred to lock himself up in his Prague castle, devoting himself to ceremonial magic and to collecting grimoires and automata, the occultists’ toys. Sincerely Catholic and an advocate of the Counter-Reformation, he gave little thought to the threat to peace of the Protestant aggression. He was not even concerned about the propaganda of Hussite heretics in the same Prague9. At the end in 1608 a family council dismissed him from all his duties10.

      Once back in England, because of the failure of his European mission, John Dee lost the good grace of the Crown,and he was forced into a life of hardship and oblivion11.

      At the death of Elizabeth I, James VI Stuart, king of Scotland, succeeded to the throne. James I of England was a very peculiar sovereign who represented a discontinuity from the imperialist dreams of the Tudors. He was a fervent Catholic12, but he claimed wide autonomy from the Roman Pontiff, in line with the absolute monarchy idea that was prevailing everywhere in Europe. He was against the theories and practices of magic13 and hostile to Protestantism, particularly to Puritanism14. However, his power was partially hindered by the Elizabethan Parliament from which Catholics were excluded15. The Parliament actually heavily influenced the Protestant choices of the King’s offspring.

      Meanwhile, the poisonous seeds scattered by Dee and Bruno in the Protestant circles in Germany had begun to germinate. In 1604 a curious book appeared the Naometria by Simon Studion, who was a late Paracelsian humanist. The book is a classic example of “prophetic” literature, and it was written with the sole purpose of influencing the course of events towards a precise direction. It predicted an alliance between James I of England, Henry IV, King of Navarre and later of France, and the Duke Frederick of Württemberg16. According to the book these three princes would swiftly succeed in overthrowing the power of the Antichrist, i.e. the Catholic Church, and also in defeating Islam, and these events would lead to the return of the Christ and to the beginning of the millennium of Protestant peace. Obviously, this did not happen at all. Naometria could therefore be forgotten but for one single detail: on one page is reproduced the seal of Luther, in a context that is clearly rosicrucian17.

      In 1613 it was celebrated the marriage between Elizabeth, daughter of King James and, the Palatine Count Frederick V, an Imperial Elector. Frances A. Yates enthusiastically described in detail the festivities, the scenography, the farces and theatrical comedies18 and the pompous processions that were prepared for the occasion. Her enthusiasm partakes the same hopes of all the anti-Catholic heretics sects of the time. It is quite clear that all the artificially allegorical surrounding of the princely wedding is the historical fact that inspired Andreæ for his Chemical Wedding by Christian Rosencreutz. In fact, Heidelberg Castle, the seat of the Palatine Elector, with its “symbolic” gardens, its collections of books on magic, witchcraft and alchemy, its museum of wonders and automata, was also the model for the romantic castle in which Rosencreutz was “initiated” to the seven degrees of the Order of the Golden Stone19.

      The princely couple, object of true worship by all the Protestant sects, was actually young and with a weak personality and entirely at the mercy of those manoeuvring it. The puppeteer behind them was Christian von Anhalt, whom wealready know to belong to Dee’s circle in Trebon Castle. He was the mastermind of the entire pantomime of the Palatine wedding and its final ruin. In 1617 the Bohemian Diet recognised the Catholic Ferdinand of Habsburg as King of Bohemia. This succession was not appreciated by the Hussites, and the following year they defenestrated the royal legates20 and rose up against the crown. The Hussites, under pressure of the Prince of Anhalt and his Calvinist acolytes, elected the Palatine Elector Frederick V as anti-King.

      The political manoeuvre was shamelessly evident: the Emperor’s Electors were seven, three clergymen and four laymen21. Three of the lay electors were Protestants, whereas the King of Bohemia, a Habsburg, was Catholic. With the coup d’état in favour of the Palatine Elector, Frederick would have disposed of two votes, thus reversing the majority in favour of the heretics. In this way, the Holy Empire could be disrupted into a confederation of Protestant and anti-Catholic states. The adventure lasted less than a year: the commander-in-chief of the rebels, Prince Christian von Anhalt proved to be a bad strategist and the Lutheran-Calvinist-Hussite army was massacred in the Battle of White Mountain on the 8th of November 162022. The news of the reversal reached the two young usurpers of the crown of Bohemia while they were having lunch in the Castle of Prague. They disorderly fled, abandoning in place all their belongings. In this manner Frederick V and Elizabeth not only lost the crown of Bohemia, but also the electoral county of the Palatinate, strengthening thus the catholicity of the Empire. They lived in exile at the expense of some Dutch and German feudal lords, who were still bound to their unfortunate cause, and with some help from the English Parliament23.

      That was the first of a number of imperial victories; if the King of Sweden had not intervened later in support of the Protestants, the reform would have been wiped out completely. But let’s leave the field of simple politics and go back to examining the pseudo-initiatic implications of those events. It is clear that the three rosicrucian documents, on the wake of Bruno’s and Dee’s subversive missions, wanted to inspire an occult reform of Europe; they were the prophetic continuation of Studion’s Naometria, that aimed to secretly influence the mentality of the time in order to accept as providential the socio-political changes that they were pursuing. However, something went wrong.

      It is curious that even Andreæ himself, author of the Chemical Wedding, even before the White Mountain24 disaster, stood back from the rosicrucian movement. In his later works he defined the Fama, the Confessio and the Chymische Hochzeit with the Latin word ludibria; the immediate meaning of ludibrium is that of mockery,joke, teasing but in the language of drama it defines the farce, which stresses a lack of seriousness of the play. In his Mythologiæ Christianæ Libri Tres of 1619, still using the theatrical language, Andreæ stated: “I have absolutely nothing to do with it [the R+C fraternity]. Not long ago, it happened that some writers were preparing a performance of certain intellectual circles, I approached them to observe them, since the current fashion is to eagerly seek out the latest news. As a spectator, not without a certain pleasure, I witnessed a diatribe between writings, but immediately afterwards I witnessed a complete change in the protagonists. Since the theatre is now full of quarrels, with violent clashes of opinions, even if expressed through ambiguous allusions and malicious conjectures, I decided to completely get out of it, so as not to have any role in such a suspicious and risky story”. In this way he shamelessly denied his participation to the rosicrucian farce as author of the Chemical Wedding, adding all his disapproval for the change of course made by the inspiring characters and their ends, that in fact took place in the brotherhood.

      In this regard, Yates has every reason to say that the initial idea of an imaginary fraternity had been diverted on the ground of political, religious and military confrontation. In fact, it was created a real secret society which, instead of promoting a pseudo-esoteric Protestant mentality, actively intervened to alter the balance of the West in favour of some new and obscure masters. The researcher of the Warburg Institute states that this unorganized and nebulous group of occultists, who had fantasized about rosicrucian “adepts” and Rosicrucian Fraternity, had been infiltrated by ‘unknown superiors’, as we would say, and transformed into a real and inaccessible organization. These infiltrators, presumably not Christian, induced Andreæ to hastily return to his steps and to create, in opposition, a Societas Christiana, of which he wrote the foundation manifesto entitled Reipublicæ Christianopolitanæ Descriptio25. The hypothesis of infiltration from the outside is reinforced by the conduct of Michael Maier26 (1568-1622), consider by some as the author of the Fame and the Confession. Maier repeatedly claimed that the Rosicrucians formed a real brotherhood, although he strongly stated not to be affiliated to it. In 1622, after the disaster of the rosicrucian adventure in Bohemia, he published the book Cantilenæ intellectuales de Phœnice redivivo. In this work he reduced the rosicrucian conspiracy to a joke, affirming that the ideals of universal reform had been betrayed by foreign infiltration and he foresaw an imminent resurrection of the movement, but this time victorious.

      The last Rosicrucian of the period we are investigating, was the Englishman Robert Fludd. He was a Paracelsian doctor and an Anglican hermetic and had travelled in Europe as a young man. In particular he stopped in Germany where he got in contact with Michael Maier and the De Bry publishers. There is no doubt that Fludd in this manner wanted to continue the work of covert persuasion that John Dee, who he greatly admired, had earlier begun. He later claimed that he unsuccessfully had tried to get in touch with the authors of the Fama and the Confessio Fraternitatis. Especially after the failure of the “rosicrucian Reform” movement in Europe, but he insisted that he had never been able to have contact with the true Rosicrucians. In this way he distanced himself from that venture, while at the same time he discretely renewed his sympathy for the original ideas of the movement. Like Andreæ and Maier, he also testified, to some degree, about an extraneous intrusion that had led to a deviation from the ideals of the origins, which was the main cause of the failure of the Bohemian adventure.

      Despite the confusion, often willingly created, about the Rose Croix and the Rosicrucians, it is necessary to draw the right conclusions from the data we have presented in our investigation of the period that goes from the end of the Middle Ages to the beginning of the Modern Age.

      1. In the Catholic tradition, i.e. in the European area coinciding with the Western Empire (Holy Roman Empire), after the withdrawal of the monastic-sacerdotal initiation, the destruction of the Order of the Temple marked the end of the knightly initiatic paths27. Only The initiatic organisations such as the trade guilds remained alive.

      2. The void left by the disappearance of priestly knowledge was filled up by a surfacing mysticism, a phenomenon that was not initiatic and, in some way, ‘spontaneous’.

      3. The ‘Christian’ hermeticism was a libresque reconstruction carried out by some Renaissance occultist intellectuals, without any real transmission from Alexandrian or Arab hermeticism.

      4. Those who could not overlook the problem of a lack of initiatic transmission turned to the Jewish qabbalah. But also in this case no transmission took place. First of all, because the Renaissance hermetists turned to the mystical, magical and apocalyptic deviation of the qabbalah; secondly, because they did not convert to Judaism, but instead they invented a Christian qabbalah which would have the opposite purpose, that of converting the Jews. The intellectuals of the Renaissance, lacking of any notion about the initiatic transmission, superimposed the qabbalistic magic on the hermetic “Christian” magic in such a dubious way that its irregularity was blatant even in their eyes.

      5. The new thinking was created to destroy all that remained of the medieval tradition: the still existing initiatic organizations of the guilds, the ecclesial structure with its theology and the Holy Empire ideal.

      6. The simultaneously spreading of “Christian”, Hussite, Lutheran, Calvinist and Anglican heresies, prompted to consider a starting point for a new era and a new ‘secular religion’ that could better adapt to the new times. The magicians of the Renaissance, convinced to represent an intellectual elite, carefully persevered to implant their Qabbalist-hermetic occultism as a new pseudo-esotericism within and above the new pseudo religion. But it remained the problem of how to compact the various heretical sects into a ‘universal religion’

      7. In front of the effective anti-protestant and anti-Renaissance reaction of the Catholic Counter-Reformation, the different sects began to overcome their differences. This situation benefited the Elizabethan England.

      8. Similarly, the different occult currents found common ground in the rosicrucian legend.

      Unquestionably until the appearance of the rosicrucian manifestos it was completely unheard of such a fraternity: apart from the Fama, the Confessio and the Chemical Wedding, there is no other document attributable to the Rosicrucians attesting their existence. The other writings that were published in the same period and that mention the Rosicrucians are, at least officially, just supporting literature. Their authors, in fact, declare themselves admirers of the “Invisible Collegium”, but confessed that they were not part of it28. Therefore, research and study this subject, there are only those three sources. The fact that the word ‘rosicrucian’ defines a degree of achievement corresponding to the perfection of the human state, and not to a specific organisation, it is a pure inference in complete contradiction with the three above-mentioned documents. In fact, in those writings the Rosicrucians appear to be those who are associated with the same Fraternitas or ‘Invisible Collegium’29.

      Nor can it be argued that the Rosicrucians were Catholic initiates who survived the destruction of the Order of the Temple and who reorganised themselves together with some initiates of Islamic esotericism to sustain a sort of initiatic continuity with the past. Firstly, because from 1314 to 1616 the name Rosicrucians30 was never mentioned and, secondly, because the three documents exude hatred for both Catholicism and Islam. On the contrary, for the Rosicrucians the only source of knowledge mentioned was the qabbalah.

      Neither is it acceptable that the Rosicrucians were initiates of such a high level of realization that they escaped any historical investigation: would they have been so far above Lao Tze, Chuang Tze, Lie Tze, Gauḍapāda, Śaṃkara, Sūreśvara, Abd al-Qādir Jīlānī, Ibn ‘Arabi, Abd al-Karīm al-Jīlī, Origen, Eckhart, Dante, who left clear traces of their earthly existence along with their famous works? The assertion that it is impossible to find traces of such important figures for human destiny, brings back to mind the similarly unreachable theosophist mahātmās or Himalayan bābājīs of the Indian new age. In other words, these are naïve believes of those who blindly have faith in people exposing theses devoid of any basis and foundation. This occultist legacy is demonstrated by the fact that it is assumed as certain that the “true Rosicrucians” would have left Europe and went to Asia31 around 1648, the date of the Peace of Westphalia. In fact, the occultist Saint-Yves d’Alveydre is mentioned as one of the sources. Clearly occultists have access to secret historical information that is denied even to initiates32!

      Gian Giuseppe Filippi

      1. A contemporary witness, quoted by Evans, states that the Emperor welcomed the two magicians with interest; the sovereign, although attracted by all that was occult, remained sincerely Catholic; therefore, he soon became suspicious of the ends pursued by Dee and Kelley, and drew them away from the court (Robert John Weston Evans, Rudolf II and His World: A Study in Intellectual History, 1576-1612, Oxford, Oxford University Press, 1973, pp. 218-228).[]
      2. The practice of magic by this rabbi seems, instead, to be a legend invented in romantic times. Moshe Idel, while validating Loew the mystical-ecstatic deviance of the qabbalah and his millenarianism, convincingly rejects any of his inclinations towards magic and, in particular, denies that he had ever built a golem (Golem. Jewish Magical and Mystical Traditions On the Artificial Antropoid, Albany, State University of New York Press, 1990, pp. 251-258).[]
      3. Peter French, cit. pp. 224-228. Benjamin Woolley, The Queen’s Conjurer: The Science and Magic of Dr. John Dee, Advisor to Queen Elizabeth I, New York, Henry Holt and Co., 2001.[]
      4. Frances A. Yates, Giordano Bruno and the Hermetic Tradition, Chicago, University of Chicago Press, 1964, pp. 312-313.[]
      5. At the end of the 16th century the Holy Empire, the Kingdom of Spain and the Kingdom of France were the only first-rate European powers. After them came the Republic of Venice, the Kingdoms of Poland, of Sweden and of Hungary.[]
      6. Universalistic, butyet it excluded the church of Rome. In the same period, it was fabricated a caricatural magical-hermetic-qabbalistic initiatic chain, that started with Llull, Ficino, Pico della Mirandola, and continued with Reuchlin, Zorzi, Agrippa, Paracelsus, Bruno and Dee, although many of these actually had never met in person.[]
      7. Giordano Bruno managed to be declared a heretic not only by the Catholic Church, which gave him a well-deserved end, but also by Calvinists and Lutherans.[]
      8. It is remarkable the modernity of all these ignoble political manoeuvres cloaked in “universalism”, “liberation from the obscurantist past” and “love of neighbour”.[]
      9. The Prague Diet was in fact monopolised by the Hussites. In fact, in 1419 the Catholic representatives had been defenestrated (i.e. thrown out of the window) by Hussite parliamentarians and massacred in the square by an angry crowd of heretics. This started the Hussite revolt. Since then, and for a couple of centuries, Catholics were no longer accepted in the Diet.[]
      10. His reaction was weak: he tried with a Charter of Majesty to attract the support of the Protestants by granting them freedom of worship. But by then he had been ousted from all power, except from the imperial title alone, and this last manoeuvre had no consequence.[]
      11. It would be interesting to know more about the estrangement of the brothers Francis and Antony Bacon (both ennobled by Elizabeth) from John Dee and his spreading of the hermetic-qabbalistic occultism. The Bacons were both founders of the English Secret Service, and after the failure of the Dee-Kelley mission, turned their backs on occultism, now suspected to be related to black magic, to preach instead the advancements of science and mechanics in its place. This new trend culminated in 1605 with the publication of Francis Bacon’s Of the Proficience and Advancement of Learning, Divine and Human, the first document of what in the following century would take the form of a ‘secular religion’ based on faith in unlimited progress; a faith that is still unshakable today among the masses.[]
      12. He had the Bible translated under his constant supervision. The Bible of King James today still appears to be the best in a vulgar language.[]
      13. He was the author of the interesting study entitled Dæmonologie in which he sharply stresses the subtle relations between witchcraft and Protestant Reformation.[]
      14. The name of the extreme form of Calvinism in England. Obviously F. A. Yates describes this cultured and refined sovereign as a bigoted fool with mental problems; the preference of the Warburg Institute researcher was instinctively in favour of the bestial Henry VIII (The Rosicrucian Enlightenment, London, Routledge & Kegan, 1972, ch.II).[]
      15. This exclusion continued until the Emancipation Act of 1829.[]
      16. Of the three, the Duke of Württemberg was the only truly Lutheran. Henry IV of Navarre had abjured Calvinism in order to become King of France (Paris vaut bien une messe). However, the Protestants rightly doubted the sincerity of his conversion; moreover, the French court was strongly influenced by the party of ‘politiques’ Catholics, ambiguously friendly towards the Huguenots. The third member of the alliance, James Stuart, was sincerely Catholic, even though his foreign policy was often conditioned by a parliament composed exclusively of Anglicans and Puritans. Studion’s prophecy was therefore more based on the Protestants’ hopes than on real data.[]
      17. A.E. Waite, Brotherhood of the Rosy Cross, London, William Rider & Son Ltd., 1924, pp. 36, 639 ff. Waite rightly points out that the publication of Naometria was concomitant with the first edition of J.V. Andreæ’s Chemical Wedding. The concomitance, in these circumstances, is by no means random, but precisely calculated to launch sectarian messages.[]
      18. All rosicrucian activities were accompanied by shows of propaganda staged by companies of English comedians. Even Inigo Jones, according to Yates (The Rosicrucian Enlightenment, cit., I ch.), reached Heidelberg as set and costume designer for the great carnival wedding. The love for scenography, processions, parades and any other empty ceremonial formalities are still today characteristic of the British mentality.[]
      19. A fictional Order that clearly alludes to the philosopher’s stone. It is no coincidence that in the pamphlets of the Protestant propaganda the wedding of Elisabeth and Frederick of the Palatinate were full of insignia of the orders of the Golden Fleece and of the Garter, bourgeois substitutes of the ancient and authentic monastic-knightly orders.[]
      20. That time there were only wounded. It seems that defenestration is an inveterate habit of the Bohemian subversives: the last one was that of Minister Masaryk who, in 1948, started the communist dictatorship in Czechoslovakia. Also in 1483 the Prague burgomaster and his advisors were defenestrated by Hussite rebels.[]
      21. Respectively, the Bishops of Cologne, Trier and Mainz and the King of Bohemia, the Duke of Saxony, the Margrave of Brandenburg and the Count of the Rhine Palatinate.[]
      22. Between 1619 and 1620 Jacob Böhme visited Prague several times. It is doubtful that the hermetic Protestant and Qabbalist mystic chose that period for the sole purpose of selling shoes to the rebels.[]
      23. James of England took the blame for not having helped his daughter in that wretched enterprise. In reality the Stuart was openly opposed to the manoeuvres of the Protestants. In fact, he had tried to counterbalance as much as possible his daughter’s marriage to a Calvinist prince of little importance by marrying his son to a Spanish Infanta.[]
      24. Although Descartes had previously tried in vain to get in touch with the Rosicrucians, in the end he chose the Catholic field and took part in the battle of the White Mountain among the ranks of the Imperials.[]
      25. F.A. Yates dedicates the entire chapter XI of his The Rosicrucian Enlightenment to this subject.[]
      26. Lutheran Jordanist, Paracelsian alchemist, hermetic magician and friend of Christian von Anhalt, he was for a short period doctor to Rudolf II, James I Stuart, to the traitor to the Empire and uncle of Frederick V of the Rhine Palatinate the Prince of Nassau, and, finally, to the Landgrave Maurice of Hesse-Kassel. It is curious that biographers have never suspected any spy activity from him.[]
      27. Just as it happened for the monastic initiation that declined and disappeared in a few generations after the reform of monasticism that begun at the end of the 10th century, in the same way the destruction of the Order of the Temple marked the beginning of the disappearance of knightly initiations. However, for about a century there were still some survivors. The last sign of continuity emerged in the middle of the 15th century with Sir Thomas Malory’s Mort d’Arthur, although we do not know whothis author really was. It is certainly one of the most beautiful examples of Templar initiatic novels, scarcely contaminated by Hermeticism.[]
      28. As we have already seen, not even the rosicrucian symbol had ever been known or used before, at least not until its first graphic appearance in Simon Studion’s Naometria, modelled on Martin Luther’s seal.[]
      29. The Collegium was initially composed of four members and only later of eight: never of twelve.[]
      30. And, indeed, this name was completely unknown even before the destruction of the Templar Order.[]
      31. One wonders whether the Asian rosicrucian haven should not be identified with the mysterious Damcar. The “true Rosicrucians”, in this way, would have retreated to that place to lick their wounds after the of Bohemian failure and then try again to infiltrate Europe a few decades later.[]
      32. A quick reading of the special issue of Le Voile d’Isis (August-September 1927) dedicated to the Rosicrucians is enough to realise these aberrant fantasies.[]