Śrī Śrī Satcidānandendra Sarasvatī Svāmījī

L’autentica dottrina di Śaṃkara sull’avidyā

Premessa di Svāmī Prakāśānandendra Sarasvatī Mahārāja
Prefazione e note di Maitreyī

Pubblichiamo a puntate l’importante libro L’autentica dottrina di Śaṃkara sull’avidyā (Avidyā Śaṃkara Siddhānta) di Svāmī Satcidānandendra Sarasvatī Mahārāja, in cui si espone la corretta dottrina advitīya sull’ignoranza. Svāmījī in questo testo si è dedicato a una critica serrata di tutte le imprecisioni o distorsioni che si sono prodotte sull’argomento nel corso dei secoli e che hanno trovato terreno particolarmente favorevole nell’ultimo secolo e mezzo. Di non facile lettura, rivolto a discepoli maturi, questo libro è uno strumento indispensabile per fare chiarezza e indurre a discriminazione sugli innumerevoli errori d’interpretazione e sulle deviazioni prodotte dalla teoria dell’ignoranza radicale, mulāvidyā, in cui spesso inciampano inconsapevolmente i cercatori della realtà metafisica.

1. L’autentica dottrina di Śaṃkara sull’avidyā

Parama Pūjya Svāmī Satcidānandendra Mahārājajī, in alcune sue opere, afferma che l’ignoranza (avidyā) è solo conoscenza errata. L’ignoranza assoluta e senza inizio (anādi) di per sé non può esistere, come non hanno alcuna esistenza il vuoto, l’impossibile e l’irreale. Da questa premessa indiscutibile, Svāmījī parte con una critica serrata alla teoria dell’ignoranza radicale, detta mūlāvidyāvāda, basandosi sulla śruti, sui commenti (Bhāṣya) di Śaṃkara Bhagavatpāda e sulla sua personale intuizione universale. La teoria di cui è oggetto questo trattato, tra le altre cose, sostiene che esiste realmente una ignoranza che non ha inizio (anādi), ma che può essere distrutta dalla conoscenza. Ma come ragionevolmente si può accettare la distruzione di mūlāvidyā se è anādi?

2. L’autentica dottrina di Śaṃkara sull’avidyā

I nostri lettori ben sanno che il venerato maestro Śrī Śaṃkara Bhagavadpāda elargì all’umanità la sua sapienza componendo il commentario (bhāṣya) ai tre testi canonici del Vedānta (Prasthānatraya). Il suo insegnamento fondamentale può essere così sintetizzato: a causa dell’ignoranza (avidyā) senza inizio, il jīva sperimenta le prove e le sofferenze del saṃsāra. Se questa ignoranza è eliminata per mezzo della conoscenza del Brahman non duale (advitīya brahma vidhyā) si diventa della natura essenziale dell’Ātman

3. L’autentica dottrina di Śaṃkara sull’avidyā

Sebbene Vācaspati Miśra, il fondatore della scuola Bhāmatī, non abbia accettato mūlāvidyā, i sub-commentatori post-śaṃkariani affermano che anch’egli, in realtà, abbia sostenuto in qualche modo questa teoria. A ogni buon conto, è quasi certo che il promotore della corrente Bhāmatī in molte occasioni non ha seguito le orme di Śaṃkara, ma abbia utilizzato a suo piacimento molte parti della dottrina di Maṇḍana Miśra. Come risultato, Vācaspati ha elaborato una sua propria dottrina di cui diamo alcuni esempi.

4. L’autentica dottrina di Śaṃkara sull’avidyā

Śaṃkara ha assunto il compito di spiegare cos’è avidyā nell’Adhyāsa Bhāṣya, introduzione al suo Brahma Sūtra Bhāṣya. La sintesi del suo insegnamento è che la maggior parte delle persone prende indifferentemente Ātman per anātman. Ātman è soggetto conoscente (viṣayin), senziente (cetana) e reale (satya); invece anātman è oggetto conosciuto (viṣaya), grossolano e insenziente (jaḍa) e falso, irreale (anṛta). Essi non solo confondono reciprocamente l’Ātman reale con l’anātman irreale, ma anche sovrappongono le qualità (dharma) dell’uno sull’altro, mischiandole.

5. L’autentica dottrina di Śaṃkara sull’avidyā

Come avidyā è la causa del legame (baṅdha), vidyā è la causa di mokṣa. Dalle seguenti citazioni si può capire come vidyā faccia emergere mokṣa: 1) “Culminando nell’anubhava, la Brahma vidyā annulla e rende falsa avidyā. Essa, allo stesso tempo, serve come una sādhanā per mokṣa; il suo risultato, come è noto, avviene solo qui.” (BSŚBh II.1.4). In questa frase, la rimozione di avidyā non è semplicemente basata sullo śāstra pramāṇa; il fatto che mokṣa maturi non avviene in un certo posto e in un particolare tempo; proprio in questo spazio di vita essa appare all’anubhava del cercatore.

6. L’autentica dottrina di Śaṃkara sull’avidyā

Abbiamo citato numerosi brani del Brahma Sūtra Śaṃkara Bhāṣya che stabiliscono chiaramente che in suṣupti il jīva esiste nel suo svarūpa che è veramente Brahman. Di conseguenza, in suṣupti non esiste nemmeno l’avidyā che è la causa della distinzione tra jīva e Brahman. Anche quando riportiamo alla nostra mente l’esperienza del sonno profondo, è molto chiaro che lì non abbiamo alcuna esperienza di avidyā. Perché, dato che adhyāsa stesso è avidyā, ed è anche una qualità o attributo specifico di antaḥkaraṇa, in suṣupti che è priva di qualsiasi mente, non c’è alcuna possibilità per l’esistenza di avidyā, la quale è della natura della falsa conoscenza (mithyā jñāna).

7. L’autentica dottrina di Śaṃkara sull’avidyā

Questo trattato (siddhānta) non ha affrontato un siffatto argomento per semplice amore di discussione. Tale dottrina (advaita siddhānta) potrà essere colta, per grazia (prasāda) di Īśvara, solo da chi avesse acquisito una mente purificata (citta śuddhi) come effetto di azioni meritorie compiute in nascite precedenti, oppure da chi in questa vita abbia assiduamente praticato il karma yoga e la meditazione, giungendo a contemplare devotamente Parameśvara.