1. Religione e Dharma
Religione e Dharma
Questa serie di brevi articoli ha inizio allo scopo di chiarire le idee delle autorità hindū a proposito di alcuni concetti di base delle Tradizioni occidentali, dando ragione della loro degenerazione moderna. Di solito il termine saṃskṛta Dharma è tradotto con la parola inglese “Religione”. Questo perché gli occidentali, dal loro primo arrivo in India, hanno stabilito l’equivalenza tra i due termini e dopo cinque secoli quell’uso è stato accettato anche dai rappresentanti dhārmika dell’India. Ora dimostreremo che le due parole hanno significati diversi e quindi è sbagliato utilizzarle come sinonimi.
Il termine Religione deriva dal latino Religio, ed è composto da due radici diverse, res, “cosa” e il verbo ligo, “legare”. In questo contesto non è chiaro quale possa essere il vero significato di res. Sembra che in res, così impiegato, rientrino tutti i cittadini e i beni pubblici inclusi nell’apparato statale. Lo Stato era infatti considerato un’entità sacra, le cerimonie pubbliche erano rituali e nel servizio pubblico si espletava una funzione sacerdotale. I contatti con gli Dei erano per lo più mantenuti attraverso lo Stato, le funzioni pubbliche e le magistrature statali.
L’interpretazione di Religio cambiò quando il cristianesimo divenne la religione dello Stato romano nel IV secolo d. C.; da allora i cristiani diedero il significato dell’ebraico datt (religione) al termine latino, così Religio divenne nel sentire comune la “cosa” che lega i credenti al Dio Unico.
Ora dobbiamo considerare cos’è la religione per il monoteismo semitico, l’Ebraismo, il Cristianesimo e l’Islam.
La religione è un ordine sociale rivelato da Dio a una specifica comunità di suoi credenti. Tutti gli altri esseri umani che non aderiscono a questa fede vivono in una condizione di peccato e sono esclusi dai mezzi per conseguire la salvezza. La religione è dunque un patto tra Dio e la Sua comunità di credenti che esclude tutti gli altri esseri, ne siano consapevoli o meno. Lo scopo principale della religione è condurre il credente alla salvezza (ai cieli) una volta defunto. Tutti i credenti devono quindi accettare i dogmi, cioè alcuni postulati di fede su cui è proibito indagare attraverso la ragione. Chi non accetta un dogma è escluso dalla comunità religiosa. Tutti i credenti devono seguire le stesse regole morali, la stessa condotta e le stesse prescrizioni rituali senza eccezioni. La religione è un intervento di Dio nella storia attraverso la rivelazione di un messaggio consegnato a una personalità umana.
A questo punto è evidente che la Religione è completamente diversa dal Dharma. Il Dharma non è il frutto di una rivelazione storica, essendo libero dal tempo; per questa ragione il suo vero attributo è sanātana, permanente. Il Dharma è anche libero dalle condizioni spaziali, essendo l’Ordine che regola l’equilibrio dell’intero Cosmo, in favore di ogni singola creatura che ne abbia o meno consapevolezza. Armonizza i bisogni di ogni essere, famiglia, casta e nazione, stabilendo regole flessibili, comportamenti e rituali adatti a tutti. Non impone alcuna credenza dogmatica ; al contrario, incoraggia tutti a perseguire la conoscenza. L’Hindū Śāstra non è una rivelazione che cade dal Cielo sulla Terra per il capriccio di un Dio: è la descrizione delle esperienze reali degli antichi mukta . Inoltre, il suo scopo essenziale non è la permanenza in qualche loka, ma l’identificazione con la nostra Natura Reale, il Brahman , così da conseguire la Liberazione da qualsiasi schiavitù del saṃsāra .
D. K. Aśvamitra