Karma Kāṇḍa
Treatises
Puruṣa Sūkta
Il Puruṣa Sūkta, assieme al Gayatrī Mantra, rappresenta il più celebrato e sacro inno del Ṛg Veda. Si tratta di un testo che appartiene alla sezione ritualistica della Śruti (Karma Kāṇḍa); tuttavia dà anche numerosi spunti per osservazioni di ordine metafisico, per cui è un brano usato da millenni come guida ritualistica, oggetto di meditazione o fonte di ispirazione intuitiva.
🇫🇷 La Descente Aux Enfers
Iniziamo a pubblicare a puntate il libro di G.G. Filippi Descente aux Enfers (già pubblicato in italiano con il titolo Discesa agli inferi. La morte iniziatica nella tradizione Hindū), in lingua francese in favore dei lettori francofoni di questo Sito. L'autore ha rivisto interamente il testo apportando, in corso d'opera o in nota, alcune rettifiche con l'aggiunta di alcuni chiarimenti.
Articles
Il pianeta Saturno nella tradizione hindū
Saturno è il più venerato dei nove pianeti (navagraha) e il suo culto è presente in tutto il subcontinente indiano. Gli hindū sono consapevoli della potente influenza che Saturno esercita sulla vita umana e adottano diversi metodi per accrescerne o contrastarne gli effetti benevoli o nefasti. Alcune considerazioni generali sul concetto di pianeta (graha) favoriranno la comprensione degli argomenti trattati. In primo luogo il termine sanscrito graha significa afferrare, stringere, trattenere. I graha sono corpi celesti che esercitano la loro potenza sugli esseri che vivono sulla terra e regolano la legge del karma.
Aṣṭanāyikā – L’ottuplice rappresentazione dell’eroina
Lo scopo principale del presente articolo è delineare ed illustrare gli otto tipi di eroina (aṣṭanāyikā) secondo le tradizioni della danza indiana. Intendiamo far apprezzare al lettore colto i diversi stili e tradizioni e, al tempo stesso, far cogliere la natura intrinseca che ne accresce il valore e ne amplifica la portata al di là dei confini culturali consolidatisi nel corso dei secoli nel grande Bhārata, l’India. Illustreremo ciascuna nāyikā per mezzo di elementi tratti dalla danza e dalla musica.
The Octal expressions of the persona
The basic purpose of this article is to delineate and explain the eight kinds of Heroins : aṣṭanāyikā in Indian Dancing traditions. It is done with the intension that the learned reader appreciates the styles and traditions while appreciating its inherent character which enhances and liberates its scope beyond its cultural moors which had so much stabilized since centuries in the great Bhārata. It is essential to illustrate each nāyikā with an item of dance and music. Thus a few examples are also given hither and thither during the course of this writing. I believe that nothing explains more than its abhinaya done with on-time creativity and gusto. I intend to do this with suitable lecture and demonstrations, which, in time, I hope to upload such videos to various online media. I request the learned audience to be with me in tandem with my spirits of dedication and utter ecstasy.
Alcune note riguardanti il prāṇa
Svāmī Prakāśānandendra Sarasvatī Mahārājajī, in un suo memorabile upadeśa, produsse la seguente metafora: “Il nostro corpo è come una grande casa dalle porte e finestre aperte, attraverso cui entra il vento (vāyu o prāṇa); esso percorre le nostre stanze e corridoi, per poi uscire. Quando si trova fuori del corpo lo chiamiamo “vento”; quando, invece, sta circolando per il corpo, lo chiamiamo “il nostro vento”. Da questa prima immagine prendiamo lo spunto per cercare di capire cosa sia il prāṇa.
Due volte nati, tre volte nati, mai nati.
In tutta l’India s’usa ripetere, in un sanscrito popolaresco, il motto che comincia con “Prathama guru tataḥ mātā”: invero, il primo guru è la madre. Questa concezione è talmente condivisa sia dagli ambienti iniziatici dediti alla metafisica più elevata sia da incolti rappresentanti di quel buonsenso, che si usa definire “saggezza popolare”, che la credenza diffusa vuole che si tratti di un qualche aforisma vedico proveniente da un non meglio identificato testo sacro. In realtà, pur esprimendo una concezione dottrinalmente ineccepibile, il motto non è niente più di un proverbio della cui origine si sono perse le tracce. Ciò nondimeno il motto, che prosegue con “il padre è il secondo, il guru è il terzo”, è una sorta di felice sintesi di varie affermazioni testuali, laddove si conferma tassativamente la triplicità della funzione magistrale.
Bhakti
La bhakti suprema si ottiene dopo aver riunito in sé il jñāna e la bhakti. La bhakti è accessibile facilmente e spontaneamente oppure è del tutto inaccessibile. Accessibile in quanto anche l’uomo comune può entrare nella bhakti, purché a essa affidi tutto il suo cuore. Inaccessibile, in quanto anche colui che compie l’ascesi più severa può essere incapace di ottenerla.
Significati del pellegrinaggio nelle tradizioni dell’India
Il pellegrinaggio è un percorso di purificazione a tappe che gli iniziati compiono interiormente. Man mano che si procede sulle vie dell'India e lungo le nāḍī all'interno del corpo grossolano, si eliminano i demeriti e si acquisiscono le corrispondenti virtù e scienze per mezzo dei rituali e delle meditazioni. La via a tappe si conclude con la purificazione della mente che rende il pellegrino interiore qualificato per la via della conoscenza. La quale, in verità, non è una via, ma è l'intuizione della propria natura reale.
Sull’educazione nel Gurukula
Questo breve articolo è tratto dagli insegnamenti che il sessantottesimo Jagadguru Śaṃkarācārya del Kāmakoṭi Pīṭham di Kāñci dedicava alle folle di pellegrini che si recavano a Kāñcipūram per averne il darśana. Non si tratta, perciò, dell’insegnamento per lo śravaṇa riservato ai vicārin dell’Advaita Vedānta; si noterà, infatti la semplicità del linguaggio, le frasi corte e incisive atte a essere facilmente recepite anche dai non iniziati (adīkṣita).